Faraone e Miccichè alleanza anti Lega-M5S, Di Cristina: “Seguo dibattito e liste a gennaio”

 
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Percentuali sempre più basse ma Di Cristina difende l'intesa con Greco

Gela. Se “grande alleanza” dovrà essere, allora l’ordine partirà da Palermo, dopo il via libera romano. Intanto, ieri alla mini Leopolda organizzata nel capoluogo dal senatore dem Davide Faraone, gli inviti sono stati decisamente espliciti. Pd e Forza Italia dalla stessa parte? Non sembra neanche così improbabile. In città, le prove tecniche di dialogo sono partite, forse anche prima di quelle palermitane. Il segretario cittadino Peppe Di Cristina, negli scorsi mesi, non ha mai negato di aver avuto contatti costanti con una parte dei forzisti locali, da Pino Federico al capogruppo uscente in consiglio comunale Salvatore Scerra. C’era di mezzo la creazione di una sorta di coalizione pro-sfiducia e anche per questo il dialogo è stato più semplice. I vertici democratici cittadini si guardano intorno e dialogano fuori dagli schieramenti. Subito dopo la sfiducia all’ex sindaco Domenico Messinese, è spuntata l’idea del partito della città, un’alleanza ampia che metta insieme parti di centrosinistra e centrodestra e gruppi moderati, senza trascurare le esperienze civiche. “Non è detto che ci sarà il Pd in futuro – ha spiegato ieri Faraone – è possibile un nuovo soggetto politico che guardi a sinistra ma che guardi anche a quello che sono stati i moderati”. La spalla del renziano di ferro, a sorpresa, l’ha fatta il presidente dell’Ars, il forzista Gianfranco Miccichè. “Stiamo ancora a parlare – ha detto – di chi è più adatto a fare il segretario del Pd o di Forza Italia e qui Lega e Movimento cinque stelle prendono l’ottanta per cento. Ci hanno fottuto, abbiamo sbagliato. Al nostro interno ci siamo massacrati. Io con Faraone parlo, non sempre lo capisco, però dobbiamo trovare insieme una strada contro il populismo”.

Echi che non potevano limitarsi alla sola mini Leopolda di Faraone. Il dibattito di ieri è stato seguito a distanza pure dai vertici cittadini del Pd. “Le parole di Faraone e Miccichè? E’ normale che anche in città si debba seguire l’evoluzione di questo dibattito che si sta sviluppando sia a Palermo sia a Roma”, dice subito Di Cristina. Il segretario dem, almeno in questa fase, si tiene comunque a distanza di sicurezza e pensa ad organizzare i suoi. “La lista la chiudiamo entro gennaio, con il nostro programma – spiega – il Pd deve avere la forza di creare passione e impegno. Abbiamo bisogno di definire un’idea di città. Bisogna affrontare con coraggio il tema di cosa serve nella fase più drammatica della storia locale recente, partendo da questi tre anni e mezzo di opposizione, dove la coppia Messinese-Siciliano, voluta dai cinquestelle, ha mostrato tutti i suoi limiti. Se pensassimo solo ad una somma di individualità, non esisteremmo più. Dobbiamo sviluppare un programma e una lista che sappiano interpretare le idee sulle quali stiamo lavorando. Il tema delle alleanze oggi mi sembra perfino superfluo, le alleanze si fanno con chi condivide quale prospettiva dare alla città, fermo restando che la nostra stella di riferimento è sempre il centrosinistra”. La chiamata ad una possibile convergenza che vada oltre gli schieramenti, però, sembra emergere proprio dalle parole di un segretario dem che ritiene necessario pensare a qualcosa che possa scalfire veramente il duopolio grillini-Lega. “Se prevarranno i personalismi da tutte le parti – conclude – la città rischia un nuovo Messinese. Io non faccio parte dell’area dem che si rifà a Faraone ma è chiaro che le parole di ieri, anche quelle di Miccichè, sono un invito a creare una strada politica contro i populismi, sia grillini che leghisti”. La strada sarà lunga ma probabilmente le basi di un’intesa oltre gli schieramenti si possono mettere insieme.

2 Commenti

  1. Unire tutto il meglio per Gela non è poi così sbagliato ma chi unisce deve essere una grande personalità che non abbia niente a che fare con gli ultimi anni di politica,una persona del fare e del popolo.

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