“Fatto non sussiste”, cadono accuse di voto di scambio: assolti anche Fasulo e Ventura

 
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L'indagine riguardò la campagna elettorale di otto anni fa

Gela. “Il fatto non sussiste”. Si è chiuso con un’assoluzione piena, nel merito, per tutti gli imputati, il dibattimento scaturito da un’inchiesta che portò a contestare il voto di scambio, in occasione delle amministrative del 2015. I capi di accusa, pesanti, non hanno però retto. Il dibattimento venne aperto due anni fa ma l’attività istruttoria vera e propria non è mai entrata nel vivo. Gli addebiti, adesso venuti meno, erano mossi anche all’ex sindaco Angelo Fasulo e all’allora assessore della sua giunta, Giuseppe Ventura (che durante la propria esperienza amministrativa si occupò del delicato settore dei rifiuti). Secondo la procura, il gruppo politico che sosteneva la ricandidatura dell’avvocato Fasulo (al ballottaggio poi sconfitto dal candidato grillino Domenico Messinese) avrebbe promesso assunzioni (anche in Tekra) e garantito vantaggi ma anche regalie in denaro e buoni, pur di avere consensi. Un quadro investigativo che le difese hanno sempre ritenuto del tutto infondato. Nel corso della discussione finale, con il pm Pamela Cellura che ha concluso richiedendo il non doversi procedere per prescrizione, tutti i difensori hanno invece inteso insistere sulla “genericità” dei capi di imputazione, propendendo per un’assoluzione nel merito. Alla fine, così è stato, a seguito del dispositivo letto in aula dal giudice Miriam D’Amore. Gli esponenti politici che in quella campagna elettorale erano impegnati sul fronte di Fasulo hanno rigettato qualsiasi ipotesi di irregolarità. L’ex primo cittadino e l’allora assessore, anche nel corso delle indagini hanno voluto mettere in chiaro di non aver mai promesso alcunché. E’ stato ribadito che non ci furono incontri con gli altri imputati, che non conoscevano. Proprio sulla genericità del quadro accusatorio hanno insistito i difensori, in aula. L’assoluzione è stata emessa inoltre per l’ex consigliere comunale Santo Giocolano, che a sua volta ha sempre respinto gli addebiti (non venne rieletto all’assise civica), Gianluca Demetrico (candidato non eletto), Sandro Italiano, Nunzio Di Caro, Carmela Liuzza, Carmelinda Saluci, Vincenzo Piscopo, Catiuscia Amico, Orazio Nisellino, Rosario Gueli, Grazio Ferrara, Alessandro Piscopo e Crocifisso Di Gennaro.

Con la chiusura delle indagini, la procura ottenne il giudizio per gli imputati, anche se alcune posizioni erano già state archiviate. Soprattutto gli esponenti politici toccati dall’inchiesta hanno nettamente preso le distanze da quanto indicato dai pm della procura, che hanno poi portato il caso a processo. Il giudice ha chiuso il procedimento con una pronuncia nel merito, che esclude irregolarità legate alla campagna elettorale di otto anni fa. Le difese sono state rappresentate dagli avvocati Filippo Spina, Flavio Sinatra, Giacomo Ventura, Antonio Gagliano, Francesco Giocolano, Davide Limoncello, Francesco Enia, Valentina Lo Porto ed Ennio Condorelli.

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