Federico e il “listone”, Melfa o la soluzione interna: le carte rimaste nel mazzo del Pd

 
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Di Cristina vorrebbe lanciare un "nuovo" Pd locale

Gela. Con il centrodestra in subbuglio e con i primi posizionamenti elettorali adesso più chiari, tocca al Partito Democratico chiamare le carte. Il quadro generale consente al segretario cittadino Peppe Di Cristina e ai suoi di guardare in più direzioni, anche se fino ad ora non ne hanno percorsa una in particolare. Di Cristina non si è mai esposto pubblicamente, almeno in queste ultime settimane, ma comunque continua a pensare che l’alleanza ampia possa trovare basi per consolidarsi. Non a caso, negli ultimi giorni sono ripresi con intensità i contatti tra la segreteria dem e i “dissidenti” di Forza Italia. Il filo diretto tra il segretario democratico e l’ex deputato all’Ars Pino Federico si era quasi interrotto. L’azzurro ha sempre chiesto garanzie che i dem hanno ritenuto fin troppo personalistiche. Il canale però è stato riattivato non solo con Federico, ma anche con i forzisti a lui più vicini. Un’intesa, qualora passasse, che potrebbe convincere altri gruppi a tentare la sortita, non necessariamente con il simbolo di partito, mettendo su un blocco che se la possa giocare con il centrodestra (piuttosto in ambasce e senza un’intesa vera) e con gli altri “arcipelaghi” elettorali che man mano stanno affiorando in superficie. Se una parte del tavolo alternativo al Pd ha scelto di confluire sulla corsa dell’imprenditore Maurizio Melfa (peraltro proprio quella che sembrava poter interloquire meglio con i democratici), c’è però il “listone” che attende di trovare collocazione e dentro c’è un po’ di tutto, almeno dal punto di vista delle biografie politiche. I contatti i dem ce li hanno con le menti politiche della “super” lista, fatta di candidati forti, ma priva di un volto da sindaco. Un serpentone elettorale con dem, area “dissidente” forzista e “listone” (puntando sulla candidatura a sindaco di una specie di “garante” come il medico Rosario Caci o il dirigente scolastico Maurizio Tedesco) potrebbe essere la base che la segreteria dem sta cercando da tempo.

Senza un accordo di questo tipo, ed escludendo (almeno allo stato attuale) che possa esserci un dialogo con i “civici” di Lucio Greco o con la sponda destra, allora Di Cristina e i suoi uomini potrebbero pure pensare ad approcciare Maurizio Melfa, che ha appena ottenuto l’endorsement da molti ex compagni dei democratici. Sicuramente, una soluzione piuttosto atipica, ma ormai c’è ben poco da meravigliarsi. In casa dem, inoltre, nel cassetto rimane il piano d’emergenza. Senza altre soluzioni, si potrebbe puntare ad un candidato interno (Guido Siragusa, Alessandra Ascia, addirittura lo stesso Di Cristina), magari cercando di convincere qualche ex dem fuoriuscito e puntando prevalentemente sui voti della lista del Pd, che la segreteria ritiene molto forte. Un affresco da mettere alla parete della segreteria solo in assenza di altre sistemazioni elettorali praticabili. La soluzione interna difficilmente potrà sposarsi con la vittoria elettorale, dati i numeri dei sondaggi, ma non viene comunque trascurata. Tutto è possibile, almeno fino alle primarie del prossimo 3 marzo, quando Di Cristina potrebbe ufficializzare l’accordo. Quale? Saranno i prossimi giorni a dirlo.

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