Fiamme al centro bibite per il premio assicurativo, ricorso esercenti condannati

 
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Immagine repertorio

Gela. Lo scorso febbraio, arrivò la condanna di primo grado a due anni di reclusione, con l’accusa di truffa. Gli allora titolari di un magazzino per la vendita di bibite lo avrebbero incendiato per incassare il premio assicurativo. Ottennero un totale di circa trentamila euro. Le fiamme si alzarono in centro storico, nei pressi di corso Vittorio Emanuele. Secondo i pm della procura e i poliziotti del commissariato, ad appiccarle furono Vincenzo Famà e Francesco Famà (in quest’ultimo caso è stata disposta la sospensione condizionale della pena). Le difese dei due esercenti si sono rivolti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. Gli avvocati Dionisio Nastasi e Valentina Lo Porto, che li rappresentano, hanno proposto ricorso. Ritengono che quella decisione vada rivista. Secondo la loro linea, non sarebbero emersi elementi per delineare con certezza un’eventuale responsabilità rispetto a quello che accadde nel magazzino. Per gli investigatori, l’incendio si propagò subito dopo l’orario di chiusura e non ci sarebbe stato il tempo materiale per ritenere che altri fossero stati in grado di penetrare all’interno della struttura e danneggiarla. Sarebbero stati, invece, proprio i due esercenti ad agire. Alla compagnia Sara Assicurazioni, costituita parte civile con l’avvocato Calogero Giardina, il giudice di primo grado ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni.

A sollevare i primi sospetti fu anche l’esito di alcuni accertamenti tecnici condotti da un ispettore delegato dalla compagnia assicurativa.

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