Fiori e un biglietto di minacce alla ex: Giovane davanti al giudice

 
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Gela. Atti intimidatori nei confronti dell’ex compagna: stando all’accusa, infatti, sarebbe stato il ventitreenne Igland Bodinaku a forzare il portone d’ingresso di uno stabile di via Bevilacqua e a collocare sulle scale un mazzo di fiori accompagnato da un messaggio d’avvertimento.

Per queste ragioni, il giovane, difeso dagli avvocati Carmelo Tuccio e Raffaella Nastasi, è comparso davanti al giudice Manuela Matta. Il presunto raid all’interno dello stabile nel quale viveva l’ex compagna dell’imputato si verificò nel gennaio di un anno fa. Durante l’ultima udienza del processo, è stato sentito uno degli agenti di polizia intervenuti sul posto dopo le segnalazioni dei residenti.
“Ricordo bene – ha spiegato – che sul biglietto che accompagnava i fiori c’era scritto “questi sono per te e ora hai finito””. Sia l’avvocato Carmelo Tuccio che la collega Raffaella Nastasi hanno messo in dubbio la tesi dell’accusa, facendo leva sulla mancanza di vere e proprie prove che possano attestare la presenza di Bodinaku nella zona dello stabile.
Il pubblico ministero Francesco Spataro, inoltre, ha chiamato a testimoniare un carabiniere intervenuto, tre mesi dopo, in via Lecce, dove era stata data alle fiamme la vettura intestata proprio all’ex compagna dell’imputato. “Mi sembra importante – ha detto il pm – proprio per meglio descrivere le continue intimidazioni recapitate alla donna”. Anche in questo caso, non sono mancate le contestazioni da parte della difesa: i fatti di via Lecce, stando ai due legali, non avrebbero alcun collegamento con le accuse contestate nel processo a Bodinaku.

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