Flop “Ciliegino”, nuove verifiche in Comune: associazioni contro archiviazione, “ci sono stati illeciti”

 
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L'inaugurazione del cantiere del polo mai realizzato

Gela. “E’ una vicenda che voglio approfondire con molta attenzione. Comincerò a farlo prima possibile”. L’assessore allo sviluppo economico Terenziano Di Stefano spiega che a breve inizierà a verificare le carte dell’infinita storia del maxi polo fotovoltaico “Ciliegino”, da anni fermo al palo e senza alcuna soluzione all’orizzonte (nonostante l’interessamento di un’azienda che avrebbe avanzato proposta per rilevare l’intero progetto). Il Comune rischia di rimetterci, soprattutto sul versante degli espropri effettuati nella zona ricompresa tra le contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio, nucleo centrale dei cantieri (in realtà mai veramente partiti). La cooperativa Agroverde, sette anni fa, sembrava avere il vento in poppa per portare a termine un investimento, che avrebbe dovuto essere una specie di alternativa all’industria tradizionale e tutto incentrato sull’agro-fotovoltaico. Non se n’è fatto niente. Dalla Regione non sono ancora arrivate indicazioni chiare sul futuro delle autorizzazioni rilasciate alla cooperativa. Se in municipio, anche la nuova amministrazione comunale vuole fare le proprie verifiche, tra gli uffici giudiziari qualcosa si è mosso. Negli scorsi mesi, nonostante la nuova richiesta di archiviazione, i pm coordinati dal procuratore capo Fernando Asaro hanno chiesto e ottenuto la trasmissione degli atti alla procura di Spoleto, territorialmente competente a valutare le presunte irregolarità della fideiussione, allora presentata a garanzia finanziaria dell’investimento. Come hanno scritto i magistrati, sarebbe stata “viziata”.

Per questa ragione, hanno chiesto che i colleghi umbri approfondiscano le possibili responsabilità di Stefano Italiano, referente della cooperativa Agroverde, e di Alessandro Santi, della As Merchant Bank che rilasciò la fideiussione sospetta. Il sospetto è che fosse carta straccia. Le associazioni Aria Nuova e Amici della Terra-Gela, che da anni chiedono di fare luce su presunti illeciti amministrativi, hanno però deciso di opporsi anche alla terza richiesta di archiviazione formulata dai pm della procura, che non avrebbero individuato possibili profili di irregolarità amministrative. Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato, presidenti delle due associazioni, sono convinti che il flop Agroverde sia stato reso possibile da procedure irregolari, illeciti che riguarderebbero diversi funzionari pubblici, compresi quelli del Comune. Nella loro opposizione, attraverso i legali Salvo Macrì e Joseph Donegani, chiedono infatti di verificare presunte responsabilità politiche e burocratiche, ribadendo che anche la vicenda della fideiussione dovrebbe essere accertata direttamente dalla procura locale.

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