Gela. Circa due ore di interrogatorio, svolto per rogatoria davanti al gip del tribunale Silvia Passanisi. Il commercialista Ennio Di Pietro ha respinto tutte le accuse che gli vengono mosse. E’ stato arrestato lunedì al culmine di un’inchiesta coordinata dai magistrati di Parma ed eseguita dai militari emiliani della guardia di finanza. Secondo le accuse, ci sarebbe lui dietro ad una fitta rete di compensazioni non dovute e presunte false fatturazioni. Gli investigatori hanno ricostruito un giro di affari non inferiore ai sessanta milioni di euro, che sarebbe ruotato intorno a due importanti consorzi, con sede in Emilia. A capo di uno di questi, c’era un altro gelese, l’imprenditore Francesco Ingegnoso, a sua volta arrestato. Difeso dall’avvocato Flavio Sinatra, Di Pietro ha descritto le operazioni che gli vengono contestate e ha presentato documentazione, spiegando il senso di molte conversazioni intercettate dagli investigatori. Gli inquirenti hanno seguito la scia affaristica di uno dei presunti referenti dell’intero sistema, l’imprenditore Franco Gigliotti, già coinvolto in indagini sulle infiltrazioni economiche della ‘ndrangheta. Di Pietro ha spiegato che le operazioni svolte sarebbero state sempre lecite, senza violare le norme in materia fiscale e tributaria. Per gli investigatori parmensi, invece, sarebbe stato lui il professionista in grado di aggirare la normativa, facendo fruttare le frodi al fisco. Da quanto emerso, si sarebbe occupato anche delle presunte “cartiere” con sede legale in Romania.
Di Pietro, professionista molto noto in città e impegnato in politica, ha più volte ribadito la regolarità del suo operato professionale. Dopo i provvedimenti emessi dal gip di Parma, è sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, in attesa che il giudice si pronunci su un’eventuale modifica. Anche gli altri coinvolti sono stati sottoposti ad interrogatorio di garanzia.
