Fronte critico nel Pd, Scepi: “Sbagliato far passare messaggio di vittoria…non ci serve un assessorino”

 
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Scepi ha appoggiato Bartolo e manda chiari avvisi alla leadership dem

Gela. Il malumore dell’ala più critica del Pd locale cova ormai da mesi e i risultati sia delle amministrative che delle europee lo stanno alimentando. Nessuno si sarebbe atteso dati numericamente così limitati, anche se l’appoggio al nuovo sindaco Lucio Greco ha portato in dote ai dem di Peppe Di Cristina due consiglieri e probabilmente un assessore. Venerdì, alla direzione cittadina, qualcuno alzerà la voce e tra questi c’è Stefano Scepi, componente dell’assemblea nazionale del partito, che alle amministrative ha deciso di non candidarsi e alle europee ha invece appoggiato Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che ha avuto la meglio, anche in città, su Michela Giuffrida, sponsorizzata dalla direzione locale del partito. “Sono certamente contento per il risultato di Bartolo – dice – ma non posso esserlo per quello del Pd. Sia alle amministrative che alle europee abbiamo avuto risultati bassi. Adesso, bisogna fare un bagno di umiltà e capire le cause di quanto accaduto. Non si può pensare ai nomi da mettere in giunta e basta. Serve una seria disamina del voto. L’assessore? Se andrà a ricoprire un ruolo importante in giunta, allora potrà far crescere il partito. Non ci serve un assessorino che vada ad occuparsi di questioni di secondo piano”. La critica di Scepi è precisa, anche se non chiama direttamente in causa la segreteria Di Cristina. “La colpa è di tutti – continua – non ho intenzione di fare la caccia alle streghe. Però, dire che i risultati sono stati positivi non è corretto nei confronti dei militanti del partito. Siamo quarti in città e le periferie non ci votano più. Con umiltà dobbiamo prendere atto di questo dato”. Scepi, da tempo, segue una linea politica che non è certamente quella di Di Cristina e dei suoi referenti. Alle amministrative ha preferito non candidarsi e dà una spiegazione piuttosto eloquente.

“Sono stati fatti tanti errori – dice ancora – il primo tra tutti, non aver presentato il simbolo. Il simbolo è l’identità di un partito e non mi sono candidato per questo motivo. Quando il risultato è negativo tutti guardano al leader, ma poi bisogna vedere se il leader prende atto della sconfitta oppure fa passare un messaggio di vittoria. Bisogna ripartire e il Pd deve andare in giro, ma con facce nuove e credibili. L’alleanza con Forza Italia? Tra la tornata delle amministrative e quella delle europee, abbiamo perso altri cinquecento voti in città. Forse, qualche elettore è stato disorientato da queste alleanze”. I dem, proprio venerdì alla direzione, dovrebbero scegliere l’assessore da schierare nella giunta Greco. La rosa dei “papabili” è piuttosto ristretta. Negli ultimi giorni, sono ballati i nomi di Giuseppe Fava, Grazia Robilatte e Alessandra Ascia. Una designazione a sorpresa, magari un volto nuovo, potrebbe favorire la riconciliazione interna? “Non decido io – conclude Scepi – la scelta spetta al partito, ma tocca anche alla squadra del sindaco Lucio Greco e di Terenziano Di Stefano, che ha sempre valorizzato i giovani. Io non mi autocandido, assolutamente”.

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