Fronte multicolore contro la variante Sogesa, cade il numero legale: va trattata come Lidl

 
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Gela. Brusca frenata per la variante proposta dai manager della società Sogesa, proprietaria della clinica Santa Barbara. Il consiglio comunale si è confermato ostico. Niente voto e niente numero legale, che è mancato al momento della votazione finale. Un altro messaggio politico lanciato dall’assise civica al sindaco Domenico Messinese, presente in aula a sostenere la proposta. Il primo cittadino, con una missiva ufficiale, ha disposto il ritiro dell’atto su due articoli del regolamento di polizia mortuaria, altro tema che ha fatto discutere l’aula. Niente passi indietro, invece, sulla variante, ritenendola utile alla città. “Siamo in aula a decidere se assegnare altri servizi sanitari ai nostri cittadini, anche se gestiti da un privato – ha detto – oppure se costringerli alle trasferte. La società vuole investire per nuovi poliambulatori e io non posso chiedere nient’altro. E’ un’area di loro proprietà”. Le distanze tra il primo cittadino e buona parte dell’assise civica, però, sono enormi, quasi incolmabili. Il dem Guido Siragusa ha aperto il dibattito, chiedendo di applicare a Sogesa lo stesso criterio già adottato per la variante Lidl, quella che dovrebbe portare alla realizzazione in città di un punto vendita dell’azienda. In sostanza, alla variante deve corrispondere l’obbligo di una compensazione, per realizzare opere sul territorio. Siragusa ha anche espresso dubbi sulla natura di questa procedura amministrativa, che per l’esponente del Partito Democratico sarebbe di tipo commerciale. “L’azienda produce profitti e non lavora per benemerenza – ha spiegato – senza dimenticare che la sanità privata convenzionata toglie inevitabilmente spazi a quella pubblica. La giunta sta facendo una scelta politica”. Sullo stesso fronte, anche la grillina Virginia Farruggia, il capogruppo di Noi con l’Italia Vincenzo Cirignotta e quello forzista Salvatore Scerra. Proprio il vicepresidente del consiglio comunale si è rivolto al sindaco. “Ritiri l’atto – ha detto – e apriamo una concertazione con la società. In quest’aula, nessuno chiede l’estorsione e il discorso del sindaco è stato poco felice. Parliamo di un’azienda che non fa attività onlus, ma produce profitti, gestendo servizi che non sono alla portata di tutti”.

Il no alla variante è “multicolore”. Cirignotta ha richiamato il precedente di McDonald’s, che alcuni anni fa scelse di investire in città, avviando un punto vendita in un’area comunale. “In quel caso – ha detto – l’azienda si impegnò a riqualificare l’intera area e a pagare un canone”. Vincenzo Cascino, capogruppo di DiventeràBellissima, e l’indipendente Maria Pingo si sono schierati a favore del provvedimento. “Lidl – ha detto proprio Cascino – non si è impegnata a garantire compensazioni, ma versa solo gli oneri e l’opera pubblica la realizzerà a scomputo. Sono due procedure diverse”. Carmelo Casano ha chiesto direttamente al dirigente Antonino Collura di avere spiegazioni sulla catalogazione dell’area occupata dalle strutture sanitarie della Sogesa. “Temo che sia una procedura piuttosto forzata – ha attaccato – non vorrei che fosse un ampliamento preliminare all’avvio di una Rsa”. Al momento del voto, pochi consiglieri sono rimasti in aula, con il Pd ch ha concesso libertà di coscienza e Forza Italia che invece ha preannunciato il no alla variante. Senza numero legale, però, sarà necessaria una nuova convocazione e questa volta il fronte contrario alla variante è decisamente multicolore. In apertura di seduta, tutto il consiglio comunale ha espresso solidarietà al vicesindaco Simone Siciliano, vittima di un attentato incendiario.

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