Il blitz “Far West”, fucilate in via Cascino e in via Crispi: Trubia al riesame

 
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Gela. Dopo l’ammissione di aver sparato, arrivata in carcere davanti al gip che lo stava ascoltando nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Giuseppe Trubia si è rivolto ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta. E’ accusato degli spari che, lo scorso giugno, nel cuore del pomeriggio, vennero esplosi prima in via Cascino e, poi, in via Crispi. Trubia avrebbe mirato ad un’abitazione privata e ad un bar. Nel primo caso, sparò nonostante, solo pochi istanti prima, due bambini e i loro genitori si trovassero a pochissima distanza. Il difensore di fiducia di Trubia, l’avvocato Filippo Incarbone, si è nuovamente rivolto ai giudici per chiedere una misura alternativa alla detenzione.

Il fucile trovato in un ovile. Peraltro, prima che i pm della procura spiccassero l’ordinanza dell’operazione “Far West”, il giovane era già detenuto. In estate, in un ovile di contrada Fiaccavento, vennero trovati tre chili d’hashish e un fucile, risultato compatibile con quello usato per sparare. L’ovile, secondo gli investigatori, era proprio nella disponibilità di Trubia. Adesso, si attende il verdetto dai giudici nisseni. Con il blitz “Far West”, l’ordinanza di custodia venne eseguita anche nei confronti del presunto complice di Trubia, l’altro ventiquattrenne Saverio Di Stefano. Difeso dall’avvocato Salvo Macrì, il giovane ha escluso un suo coinvolgimento e anche Trubia l’ha scagionato, assumendosi la responsabilità di quanto accaduto in quel pomeriggio dello scorso giugno.

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