“Fuori da raffineria dopo 35 anni”, operaio: “Aziende indotto non applicano accordi”

 
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Gela. “Dopo trentacinque anni nell’indotto di raffineria, da quasi due anni non riesco a rientrare, nonostante mi manchino solo otto mesi per la pensione”. L’operaio sessantaduenne Giovanni Runza spiega che nel suo caso e in quello di altri operai dell’indotto storico la lista di disponibilità non sarebbe mai stata rispettata. Molti lavoratori, anche esterni all’indotto della fabbrica di contrada Piana del Signore, sono riusciti a trovare collocazione nelle aziende dell’indotto. Per anni, ha lavorato alle dipendenze di Elettroclima, ma da allora non ha più varcato i tornelli dello stabilimento. “Non capisco perché le aziende dell’indotto diano precedenza solo ai lavoratori esterni o a chi viene segnalato – aggiunge – anche dai sindacati non sono mai riuscito ad avere risposte certe. A sessantadue anni non trovo collocazione e allo stesso tempo non ho ancora tutti i requisiti per la pensione con il sistema della quota 100. Sono tra i pochi, dopo la fine del rapporto di lavoro con la precedente azienda, a non aver ancora ottenuto neanche tutti gli importi che mi spettavano, compreso il trattamento di fine rapporto”.

L’operaio elettrostrumentale attende risposte, anche dalle organizzazioni sindacali del settore, che anni addietro firmarono l’intesa, che tra le altre cose istituiva una lista di disponibilità degli operai rimasti fuori dal ciclo produttivo. Avrebbero dovuto avere la precedenza nelle eventuali assunzioni.

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