Furti in ospedale, per alcuni coinvolti pronunce favorevoli: gup, “rivedere accusa peculato”

 
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Gela. Gran parte degli imputati ha ormai definito la fase di messa alla prova, con attività a fini sociali. I fatti contestati sono quelli che portarono alle verifiche dei carabinieri all’ospedale “Vittorio Emanuele”, al cui interno vennero ricostruiti furti, anzitutto di generi alimentari. I programmi di messa alla prova hanno trovato l’assenso anche del gup. Questa mattina, il giudice Roberto Riggio ha invece pronunciato decisioni di non luogo a procedere per tenuità del fatto nei confronti di alcuni imputati, Luigi Abbate (difeso dai legali Joseph Donegani e Angela Abbate), Giuseppe Cassarino (sempre rappresentato dal legale Joseph Donegani), Fabio Bennici (con i legali Giuseppe Ferrara e Carmelo Tuccio) e Vincenzo Carrubba (con il legale Nicola Di Benedetto). Per loro, il giudizio si conclude con una pronuncia favorevole. Lo stesso gup ha invitato il pm Fabrizio Furnari a rivedere la contestazione di peculato che viene addebitata a coinvolti indicati come “incaricati di pubblico servizio”. Secondo il giudice dell’udienza preliminare non ci sono i presupposti per individuare l’ipotesi di peculato, che andrebbe quindi riqualificata.

Per gli investigatori, c’era chi si appropriava di generi alimentari e non solo, caricandoli sulle auto. I carabinieri arrestarono due dipendenti di una società esterna, bloccandoli proprio per furti. Operazione condotta prima che venisse chiusa l’indagine principale. L’attenzione si concentrò sulla zona delle cucine del nosocomio e della mensa. L’Asp è costituita parte civile, con il legale Patrizia Comandatore. Secondo i vertici ci furono danni dalle condotte accertate dagli investigatori. La prossima udienza è fissata per luglio. Ci sono inoltre imputati che hanno deciso di patteggiare.

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