Furti in raffineria, 180 chili di manicotti nell’auto: accuse ad un operaio

 
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Gela. Venne fermato dai vigilantes all’interno della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. Su un mezzo da lavoro dell’azienda dell’indotto, per la quale era in servizio, aveva caricato circa centottanta chili di manicotti in ottone. Per i pm della procura e per i carabinieri che effettuarono le indagini, l’operaio finito a processo avrebbe cercato di rubare tutto quel materiale, probabilmente nel tentativo di ripiazzarlo. “Il valore complessivo, in base alle stime effettuate dai carabinieri – ha detto il security manager della fabbrica di contrada Piana del Signore – si aggirava tra i duemila e i tremila euro. Era materiale stoccato all’isola 16, che l’azienda doveva rivendere, circa centottanta chili”.

Il materiale trovato sul mezzo da lavoro. L’operaio, a processo davanti al giudice Ersilia Guzzetta, ha invece sempre sostenuto che quello fosse materiale da smaltire, privo di valore. Una linea seguita dalla difesa, sostenuta in aula dall’avvocato Giacomo Ventura. Secondo il legale, infatti, quei manicotti non erano ancora stati catalogati da Eni come materiale da rivendere per il recupero. Nel corso dell’udienza, è stato sentito anche uno dei carabinieri che effettuò il primo intervento, successivo alla chiamata del security manager di raffineria.

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