Gasdotto Gela-Delimara, Ministero sollecita parere: Giudice, “ci saranno prescrizioni”

 
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Una delle aree locali individuata per il passaggio del gasdotto

Gela. Il parere è stato sollecitato direttamente dal ministero. C’è la necessità di stringere i tempi sulla procedura per il gasdotto Delimara-Gela. Negli uffici romani, attendono che la Riserva Biviere concluda le verifiche, rilasciando appunto il parere sul progetto, almeno per la parte che tocca il territorio italiano. Il gasdotto, sul versante locale, si concentrerà proprio nell’area a ridosso della Riserva Biviere. “Ai referenti delle autorità maltesi – spiega Emilio Giudice che si sta occupando del parere – avevo già chiesto di produrre una serie di dati e uno studio, dettagliato, che in effetti ci sono. Il progetto ricade su aree a terra e in mare. Entro i prossimi giorni, rilascerò il parere. Ci saranno comunque delle prescrizioni, anche se diverse da quelle che abbiamo indicato per il progetto “Argo-Cassiopea” di Eni. Poi, quello che farà il ministero è tutto da vedere”. Il gasdotto collegherà la sponda locale con quella di Malta. L’investimento, che dovrebbe essere coperto per intero dal governo maltese, si aggira intorno ai 400 milioni di euro. L’isola punta ad avere una certa autosussistenza, con scorte di gas. Nonostante il governo maltese avesse sperato che i fondi dell’Ue coprissero una parte sostanziale della spesa, la Commissione europea ha depriorizzato i progetti sul gas, a favore di obiettivi più ambiziosi, a livello di contrasto al cambiamento climatico. Una possibile opzione presa in considerazione, secondo quanto riferì il ministro dell’energia Miriam Dalli, è la costruzione di un gasdotto pronto per l’idrogeno. Il ministro, mesi addietro, ha spiegato che Malta ha negoziato con successo una deroga con la Commissione europea

L’intero gasdotto si estende per circa 160 chilometri e sul versante locale toccherà un’area di circa sette chilometri. Dovrà ospitare, in maniera permanente, il terminale di connessione e tre stazioni per le valvole di blocco del gasdotto. Quello che ricade sul territorio sarà il punto di connessione con la rete nazionale Snam. Si dovrà procedere agli espropri e lo scorso anno la questione iniziò ad essere affrontata, anche in municipio. L’amministrazione comunale vorrebbe valutare l’ipotesi di possibili compensazioni, da richiedere per avere una forma di ristoro. Ad oggi, non è chiaro se potranno esserci effettivamente risposte favorevoli. Era già stato pubblicato l’elenco di tutte le aree che saranno sottoposte ad esproprio o che comunque rimarranno temporaneamente occupate. L’intero progetto è portato avanti dalla maltese “Melita trans gas company” e nell’ultimo periodo non sono mancati i moniti, anche a livello europeo, per impedire che un progetto simile vada a favorire soggetti istituzionali, che a Malta sono, a qualsiasi titolo, coinvolti nell’inchiesta sulla morte della giornalista Daphne Caruana Galizia.

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