Gela si ferma il 26 gennaio. Al Mise si accelera per sbloccare l’Accordo di Programma

 
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Gela. Mentre a Roma Messinese, Siciliano e Crocetta provano a inchiodare il ministero dello Sviluppo economico il consiglio comunale indice una manifestazione generale. Gela si ferma per un giorno. Martedì 26 gennaio un lungo corteo sfilerà per tutta la città. Saranno presenti i segretari nazionali delle confederazioni sindacali e i rappresentanti di tutte le categorie, industriali, artigianali e commerciali. La decisione è stata presa dal consiglio comunale di Gela, riunito in seduta permanente.

Intanto a Roma sono state tracciate le linee per risolvere in tempi brevi la vertenza Gela. In un acceso confronto con il Governo e la Regione Siciliana, alla presenza del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Simona Vicari, il sindaco di Gela Domenico Messinese ha rappresentato la situazione incandescente lasciata in città.
Una forte accelerazione si registra sull’Accordo di Programma, la cui operatività è stata ottenuta a luglio, in meno di un anno. Tra i contenuti dell’AdP, l’amministrazione comunale punta ad un Hub energetico green con uno sbocco intermodale come appendice sul Mediterraneo, della nuova rete portuale nazionale per rilanciare la vocazione economica del territorio. Incontri con cadenza periodica si terranno con la Regione per verificare le fasi di compimento.
Intanto si preme sugli ammortizzatori sociali straordinari ed in deroga come sostegno agli operai rimasti senza lavoro. Mercoledì l’amministrazione comunale e la Regione incontreranno il ministro Poletti per strappare al Governo un impegno concreto.
“E’ un piccolo passo rispetto al quale continueremo ad incalzare Stato e Regione” ha commentato il sindaco di Gela al termine del vertice romano. “E’ finito il tempo degli alibi e degli scrollamenti – ha invece dichiarato il vice sindaco Simone Siciliano, anch’egli presente al Mise -. Ogni esponente del Governo dovrà ancorarsi senza tentennamenti alle proprie responsabilità per il rilascio immediato delle autorizzazioni ai cantieri di bonifica e della raffineria green, se si ha davvero l’intenzione di salvare Gela”.

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