“Giocare contro interessi della città è grave”, Morselli ai civici: “Facciano esame di coscienza”

 
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Il capogruppo di "Un'Altra Gela" Giuseppe Morselli

Gela. “Facciano un esame di coscienza”. Il capogruppo di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli si rivolge ai civici di “Una Buona Idea”, che la scorsa settimana, per rispondere agli attacchi di una parte dei pro-Greco e senza risposte sui quesiti posti nel dibattito sul progetto Sinapsi, hanno lasciato l’aula consiliare, non partecipando al voto finale. Per Morselli, che li aveva già contestati durante il dibattito, si tratta di una condotta “grave”. L’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano, a sua volta, ha però sottolineato più di una discrepanza nella linea assunta dall’amministrazione per portare in aula l’atto del polo tecnologico. “La non partecipazione al voto per un progetto come quello denominato Sinapsi, così importante per il futuro del nostro territorio, dimostra la mancanza di qualsiasi attaccamento al bene della città. Certi importanti leader politici, invece di rilasciare lunghe e fumose interviste, arrampicandosi sugli specchi, farebbero bene a chiedere scusa se vogliono evitare di apparire nemici della città. Si possono cercare tutti i pretesti che si vogliono – dice riferendosi anche a Di Stefano – ma i risultati delle proprie azioni sono chiari. La bocciatura di quella delibera avrebbe compromesso un finanziamento da ben dieci milioni di euro per la realizzazione di un polo di ricerca che vede il Comune protagonista in collaborazione con l’università Kore di Enna, Eni, fondazione Mattei e Sicindustria. C’è chi ha votato a favore, appartenenti sia alla maggioranza che all’opposizione, e chi invece ha preferito non votare pur essendo presente a Palazzo di città. Ai primi va sicuramente un ringraziamento. Agli altri lasciamo un semplice esame di coscienza”. Ancora una volta, Morselli richiama incoerenze politiche che attribuisce agli ex alleati di “Una Buona Idea”.

“Giocare contro gli interessi della città è grave per chiunque, imperdonabile poi per chi fino a ieri sedeva sugli scranni più alti dell’amministrazione. C’è un limite al pudore che non bisogna mai superare”, conclude.

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