Giocate “controllate” nella bisca, c’è chi avrebbe venduto la casa per ripianare i debiti

 
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I carabinieri collocarono telecamere nascoste nella bisca

Gela. Nella fase di apertura del dibattimento sono stati prodotti anche gli atti di vendita di un’abitazione, che sarebbe stata effettuata probabilmente per ripianare i debiti maturati al tavolo da gioco della bisca clandestina di via Citelli. Gli atti sono stati prodotti da uno dei legali di parte civile, l’avvocato Giovanna Miceli, che rappresenta uno dei giocatori che sarebbe stato vittima del meccanismo attivato per leggere in anticipo le giocate di texas hold’em. Il sistema, anni fa, venne scoperto dai carabinieri e ribattezzato “Pina”. Nella bisca, si giocava forte a texas hold’em, ma secondo gli inquirenti con sistemi informatici che consentivano di controllare l’esito. Sono a processo Calogero Lo Porto, Rosario Romano, Vincenzo Lauria, Angelo Mangione, Antonino Cristaldi, Vito Cristaldi, Michelangelo Bevilacqua e Sebastiano Italiano. pare che arrivassero giocatori da diverse zone dell’isola. L’inchiesta fu ribattezzata “Showdown”. Gli inquirenti ritengono che oltre alle giocate controllate, nella bisca girasse cocaina. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra, Giuseppe Cascino, Francesco Enia, Maria Cascino, Antonino Benitende, Ivan Bellanti e Salvatore Geraci.  

C’è chi sarebbe arrivato a perdere ben oltre duecentomila euro. Altri due giocatori assidui della bisca, che a loro volta sarebbero stati vittime del sistema informatico che veniva attivato per le giocate, sono parti civili, con i legali Giacomo Ventura e Salvo Macrì. I primi testimoni verranno sentiti davanti al collegio penale del tribunale nel corso delle prossime udienze.

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