Gioielleria “spaccata”, annullamento per Martines: deciderà ancora la Corte d’appello

 
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La "spaccata" venne ripresa dai sistemi di videosorveglianza dell'attività commerciale

Gela. La posizione del venticinquenne Carmelo Martines va rivista. E’ già stato condannato in primo e in secondo grado per la spaccata alla gioielleria “Rachele”, in pieno centro storico. La Corte di Cassazione, però, ha accolto il ricorso avanzato dal legale di difesa, l’avvocato Carmelo Tuccio. Non sono ancora note le ragioni, visto che le motivazioni verranno successivamente depositate. E’ stato rilasciato il dispositivo. Il legale di Martines ha posto diversi rilievi, anche rispetto alle misure interdittive decise a carico dell’imputato. Dovrà essere nuovamente la Corte d’appello di Caltanissetta a pronunciarsi. I giudici capitolini hanno deciso per l’annullamento con rinvio. Lo scorso anno, in appello, per Martines la condanna era stata a due anni di detenzione, pena ridotta rispetto a quella di primo grado (tre anni e dieci mesi di detenzione). L’azione messa a segno per portare via preziosi fruttò circa sessantamila euro. In tre agirono, durante il lockdown.

Tutta la dinamica fu ricostruita attraverso le immagini dei sistemi di videosorveglianza dell’attività commerciale. Uno dei coinvolti patteggiò mentre l’altro complice è stato a sua volta condannato per i fatti ricostruiti dagli agenti di polizia e dai pm della procura.

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