Gioielleria “spaccata”, Martines condannato: lascia il carcere, va ai domiciliari

 
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La "spaccata" venne ripresa dai sistemi di videosorveglianza dell'attività commerciale

Gela. Ci sono le condizioni per sostituire la misura della detenzione in carcere. I giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta hanno accolto il ricorso presentato dal legale di difesa del venticinquenne Carmelo Martines. Era detenuto, in carcere, per i fatti legati alla spaccata ai danni della gioielleria “Rachele”, in centro storico. Ora, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. E’ già stato condannato in primo e secondo grado per il “colpo”.

In appello, la condanna è stata ridotta a due anni di reclusione. La difesa (con l’avvocato Carmelo Tuccio), dopo il no alla sostituzione della misura, giunto dalla Corte d’appello di Caltanissetta, si è rivolta proprio al riesame, che invece ha disposto i domiciliari. Ieri, Martines è stato assolto, in primo grado, dalle accuse che gli venivano mosse, a seguito dell’inchiesta “Donne d’onore”.

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