Giunta, crisi chiusa…ma non del tutto: alleati Greco con tanti mal di pancia

 
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Gela. Con la definizione delle deleghe in Giunta di ieri si chiude, ma solo ufficialmente la più lunga crisi politica dell’Amministrazione Greco, dall’inizio del mandato.
O almeno così dovrebbe essere, considerato che malumori e mal di pancia sembrerebbero tutt’altro che placati all’interno di una maggioranza il cui malessere continua a ribollire appena sotto la superficie di questa ritrovata pace apparente.
Molti dei malumori, già emersi al momento dell’annuncio della nuova vecchia squadra di governo, si sono acuiti con la suddivisione delle deleghe.
A molti componenti della maggioranza che già avevano mal digerito la presenza riconfermata di Italia Viva in Giunta, nonostante il renziano Malluzzo continui a non avere alcuna rappresentanza in consiglio comunale, non sarebbe andata per nulla giù la promozione dell’Assessore allo Sport in un settore strategico come quello dei rifiuti.
Sul tavolo di Malluzzo ci sono già fascicoli molto importanti che vanno dai rapporti con la Tekra, già notevolmente compromessi nell’anno e mezzo di interim del sindaco Lucio Greco, al passaggio alla nuova gestione con l’incognita della nuova costituzione dell’Aro su cui anche la Regione sta prendendo tempo.
C’è poi il caso Timpazzo in piena evoluzione e un servizio di raccolta porta a porta che negli ultimi mesi arranca. Insomma una serie di patate bollenti che il renziano dovrà affrontare tenendo conto anche dei probabili franchi tiratori che potrebbe ritrovarsi tra le fila degli Arcobaleno scontenti.
Nel Greco Ter non sorride nemmeno la nuova Dc che nella riassegnazione delle deleghe registra un ridimensionamento del suo assessore di riferimento, Peppe Licata, che perde in un sol colpo Urbanistica e Decoro Urbano, sostituite da una serie infinite di deleghe minori che vanno dalla polizia municipale all’agricoltura, passando per annona, viabilità, mercati e tutela degli animali.
Nel nuovo schema del Greco Ter non sorride nemmeno Forza Italia, che passa dalla possibilità quasi certa di avere un secondo assessorato di peso alla perdita della delega alla Sanità su cui gli azzurri tanto avevano scommesso in questo inizio sindacatura anche in virtù del rapporto privilegiato con i vertici Asp.
Una scelta, quella del sindaco, di tenere per sé la delega che è risultata una sorpresa per i vertici forzisti che, fino all’ufficializzazione delle deleghe erano convinti di mantenere la Sanità nelle competenze della Gnoffo, che però riprende l’istruzione.

Anche nel caso dell’assessore azzurro il rischio dei franchi tiratori in maggioranza è più che concreto. In molti non hanno gradito la riconferma della Gnoffo e successivamente hanno espresso delle perplessità sul fatto che le fossero riconfermati i Servizi Sociali. Adesso è difficile non ipotizzare che questi mal di pancia si possano trasformare in fuoco amico in consiglio comunale, creando nuove fibrillazioni in maggioranza.
Su questa situazione traballante si innesta il casus belli del presunto codice etico. Il documento, voluto da una parte dei consiglieri di maggioranza e dallo stesso sindaco, per cercare di dare delle regole di convivenza per arrivare con serenità fino a fine mandato si sarebbe trasformato nelle varie stesure in una sorta di cambiale a scadenza che avrebbe previsto l’impegno delle forze arcobaleno ad appoggiare una eventuale ricandidatura del primo cittadino.
Una svolta per nulla gradita a diversi esponenti della coalizione che hanno chiesto di rivedere l’intera struttura del documento.
Codice etico quindi che alla fine probabilmente finirà in un cassetto. Difficile mettere d’accordo le tante anime di una coalizione che sembra ancora destinata a continuare a litigare.

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