Gli imprenditori presi di mira dai clan, la condanna di Fortunato Ferracane in cassazione: chiesto l’annullamento

 
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Gela. Dietro alle estorsioni ai danni di diversi imprenditori locali, compreso il gruppo edile Migliore, ci fu anche Fortunato Ferracane, per molti anni ai vertici della famiglia di cosa nostra.
Il caso arriva in Cassazione. Per quei fatti, il suo caso è arrivato fin davanti ai giudici romani della Corte di cassazione. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Angelo Tornabene, ha impugnato il verdetto pronunciato dalla corte d’assise d’appello di Caltanissetta che gli impose otto anni di reclusione: furono sedici, invece, quelli decisi in primo grado. Gli investigatori fecero chiarezza anche su una serie di omicidi messi a segno durante la guerra di mafia. Stando alla difesa, i giudici di secondo grado avrebbero emesso un verdetto non in linea, sul piano dell’ammontare della pena, con i reati contestati allo stesso collaboratore di giustizia. Non si sarebbe tenuto conto, inoltre, dell’avvenuta prescrizione di alcuni capi d’imputazione.

Chiesto l’annullamento. Una linea che ha trovato il favore della procura generale: non a caso è stato chiesto l’annullamento con rinvio del verdetto. Parte civile nel procedimento si sono costituiti anche i rappresentanti del gruppo edile Migliore, tra le vittime prese di mira dai clan per la messa a posto. Gli imprenditori sono stati rappresentati dall’avvocato Maurizio Scicolone. Adesso, spetterà ai giudici di cassazione decidere se annullare il verdetto di appello e rinviare nuovamente ai giudici nisseni.

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