Gli sfratti dagli alloggi Iacp, le madri di Marchitello e Scavone scrivono a Crocetta: “Viviamo nel disagio”

 
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Gela. Hanno deciso di scrivere ai deputati dell’Assemblea regionale e al presidente Rosario Crocetta.

La lettera delle madri. Già il 3 marzo, partiranno i primi sfratti esecutivi dalle abitazioni dello Iacp di Marchitello e Scavone. In totale, sono 128 le famiglie finite al centro dei controlli e a prendere l’iniziativa sono state diverse donne. Da anni, vivono in alloggi popolari, occupati senza averne diritto. Adesso, però, si sono affidati ad un legale ed hanno scelto di far sentire la loro voce a Palermo. In bilico, infatti, c’è la norma che consentirebbe una sorta di sanatoria in favore degli occupanti. “Siamo disperate – scrivono – l’alternativa per i nostri figli è la strada”. Ad assisterle, è l’avvocato Concetta Di Stefano che sta cercando di valutare tutte le possibili soluzioni giuridiche al caso. Negli scorsi mesi, al momento dei primi provvedimenti di sfratto notificati, scoppiò la protesta: con le famiglie che giunsero direttamente a Palazzo di Città. Sostengono di aver sempre versato un canone all’Istituto antonomo case popolari pur avendo forzato alloggi, “comunque liberi”. Il sindaco Domenico Messinese, in più occasioni, ha chiesto una modifica della normativa in materia che consenta agli attuali occupanti di rientrare in graduatoria. La tensione potrebbe diventare molto difficile da arginare. “Siamo stanche di vivere nel disagio, nell’inquietudine di fronte ad un problema annoso – scrivono ancora – abitando in queste case abusivamente sappiamo che abbiamo commesso un’azione irregolare, criticabile, inspiegabile per molti. Ma mettiamo davanti a noi, l’amore e la dignità per i nostri figli che devono avere un tetto sotto il quale dormire”.

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