Gli spari di via Falcone, i poliziotti hanno individuato il pistolero: “ruggini” personali e l’avvertimento di piombo

 
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Immagini di repertorio

Gela. Almeno quattro colpi di pistola e un ferito, il ventenne catanese

Francesco D’Amico, con una gamba trapassata da un proiettile, che comunque non ha causato altre conseguenze.

Gli spari in via Falcone. I poliziotti del commissariato, supportati dai carabinieri intervenuti a loro volta nella zona all’incrocio tra via Falcone e via Tevere, avrebbero già individuato il pistolero che, qualche ora fa, ha sparato tra attività commerciali e passanti. L’obiettivo sarebbe stato proprio il ferito. Colpi esplosi, a quanto emerge, solo per intimidire e non per uccidere. Dietro all’azione di fuoco, almeno in base alle prime ricostruzioni, ci sarebbero ruggini personali, dopo la separazione da una giovane. Un rapporto sentimentale naufragato, un figlio conteso e il tentativo del nuovo compagno di imporre la propria legge, magari con una pistola. I poliziotti, coordinati dal dirigente capo Francesco Marino, stanno ricostruendo quanto accaduto. Non è chiaro se il pistolero abbia utilizzato un’arma giocattolo modificata, come quelle sequestrate negli ultimi mesi in città. A questo punto, non è da escludere che possa scattare l’arresto. Alcuni passanti, presenti in zona al momento degli spari, avrebbero visto uno scooter Tmax con in sella due uomini. Uno con un casco integrale e l’altro a volto scoperto. In sella al mezzo, si sarebbero dileguati in pochi istanti. Non è da escludere che un proiettile abbia colpito il parabrezza di una Mercedes, danneggiandolo. I poliziotti sarebbero riusciti a ricostruire l’intera dinamica, escludendo comunque l’ipotesi di un regolamento di conti tra gruppi criminali.

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