Gli studenti gelesi contro la “nuova” maturità

 
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Gela. “È impensabile che ragazzi che hanno passato due anni in DAD possano affrontare un esame di stato come chi ha vissuto la maturità pre-pandemica. Oggi siamo qui a manifestare perché speriamo che il ministro dell’Istruzione si metta nei nostri panni”.

Sono queste le parole di uno dei rappresentanti delle scuole del territorio che stamattina hanno organizzato uno sciopero perché in disaccordo con il ritorno alla normalità proposto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Allo sciopero hanno partecipato gli studenti delle classi quarte e quinte degli istituti, diretti interessati all’esame di stato che riconoscono di aver accumulato un grave deficit durante le lezioni in DAD.

L’iniziativa nasce e parte da Gela ma non tutti gli studenti gelesi hanno partecipato, i maturandi infatti avrebbero tanto voluto il supporto dei compagni delle classi inferiori. A scortare il corteo che ha raggiunto piazza Uberto I gli agenti della polizia di Stato e la polizia municipale che hanno garantito la sicurezza degli studenti e una tranquilla viabilità del corso principale.

Complice l’emergenza Covid, dal 2020 ad oggi la maturità ha avuto quattro versioni diverse. Così come annunciato la maturità “torna alla normalità”.

Nel 2020, nel pieno dell’emergenza pandemica, l’allora ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha deciso di semplificare al massimo la maturità ammettendo agli esami di Stato tutti gli studenti, anche con voti inferiori a 6 in una o più discipline. L’esame si è svolto con una prova orale che valeva 40 punti, mentre il percorso scolastico è stato portato a 60.

Nel 2021 e nel 2022   con Patrizio Bianchi è iniziato il graduale ritorno alla normalità con la presenza di un elaborato sulla disciplina caratterizzante il cui argomento è stato assegnato dal consiglio di classe. Il credito scolastico è continuato a valere 60 punti ,40 invece, la prova orale).

Nel 2022, invece, sono tornati gli scritti: la prima prova decisa dal Ministero, la seconda, invece, predisposta dalle commissioni d’esame, tutte interne con il suo presidente esterno. Confermato l’orale con il credito scolastico che scende a 50, mentre agli scritti sono andati 15 punti a testa e al colloquio, invece, 25.

Nel 2023, invece, si completerà il ritorno alla normalità seguendo le regole tracciate nel 2017 dal governo Gentiloni. Si confermano i due scritti entrambi decisi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e la prova orale multi e interdisciplinare. Le prove Invalsi ritornano ad essere requisito d’accesso, non lo sarà ancora l’alternanza scuola-lavoro. Le commissioni saranno miste: tre docenti esterni, tre interni e presidente esterno. Il credito scolastico pesa 40 punti, i restanti 60 saranno per le prove: 20 per ognuna.

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