Grazia Scimè uccisa dalla mafia in piazza Sant’Agostino, “perchè non s’istituisce una giornata della memoria?”

 
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Gela. Ventisette anni fa piazza Sant’Agostino divenne teatro di uno delle più sanguinose stragi di mafia avvenute in città.

L’istituzione di una giornata della memoria. Oggi, il cittadino Francesco Sabatini, è tornato a parlarne chiedendo al sindaco Domenico Messinese di istituire una giornata alla memoria. In un conflitto a fuoco, tra sicari di Cosa nostra che avevano preso di mira un ambulante affiliato alla Stidda, perse la vita la casalinga Grazia Scimè, all’epoca dei fatti 56enne. Altre tre casalinghe rimasero gravemente ferite. Due mesi dopo la strage, un corteo di studenti volle ricordare la casalinga vittima di mafia apponendo una targa alla memoria proprio in piazza Sant’Agostino. A distanza di anni le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno dimenticato quel tragico episodio, rimuovendo la stessa targa durante i lavori di riqualificazione della piazza. Nemmeno l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, presieduta da Renzo Caponetti, nonostante fosse stata chiamata in causa, ha fatto qualcosa per non dimenticare quel tragico episodio. “Signor sindaco Domenico messinese – torna a tuonare il cittadino Francesco Sabatini – non si dimentichi, come già fatto dai suoi predecessori, di commemorare il 12 settembre la strage dell’allora piazza Salandra, oggi piazza Sant’Agostino, dove ha perso la vita la vera vittima di mafia: la casalinga Grazia Scimè. Le ricordo che la lapide era stata posta dagli studenti, che si autotassarono, proprio di fianco alla sede locale del Movimento Cinque stelle”.

La targa in piazza Sant’Agostino. Lo scorso anno, in occasione di una manifestazione sui diritti delle donne, era stato Antonio Giudice, esponente locale del movimento “Noi con Salvini”, a riconsegnare la targa all’allora sindaco Angelo Fasulo e all’ex assessore Giovanna Cassarà, tornando ad accendere i riflettori su quel drammatico momento tanto da costringere l’amministrazione comunale a ordinare che la targa venisse ricollocata nella piazza dove, il 19 novembre 1988, la vollero gli studenti delle scuole superiori per sancire la tragica scomparsa della casalinga. Anche in quell’occasione la ricollocazione avvenne in sordina. L’ormai ex primo cittadino, rappresentante del Partito democratico, si limitò a ordinare ad un addetto dell’ufficio Segnaletica la ricollocazione della targa commemorativa. I familiari della casalinga scomparsa ringraziarono il sindaco il quale, nel replicare alle accuse mosse da Antonio Giudice, rivelò che “la mancata collocazione della targa era dovuta ad un vincolo storico-architettonico imposto al restaurato teatro Eschilo”.

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