Grillini e consiglieri di Musumeci, “la sfiducia subito in aula”: Casano avverte tutti mentre i dem devono ancora decidere

 
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Gela. Divisi dalla competizione elettorale ma accomunati dalla volontà

di non perdere altro tempo.

“Subito in aula”. La mozione di sfiducia deve arrivare in aula prima possibile, magari anticipando la dead line del 27 ottobre. Grillini e consiglieri comunali di DiventeràBellissima, domani in conferenza dei capigruppo, cercheranno di uscire con una data certa per andare a discutere la sfiducia al sindaco e alla sua giunta. “Siamo stati i primi a chiedere che il presidente Alessandra Ascia convocasse i capigruppo, di modo da fissare la data della seduta di discussione – dice il grillino Simone Morgana – rinvii? Non siamo interessati. La mozione va discussa entro il 27 ottobre. Per noi, non ci sono altre soluzioni”. Una scia seguita anche dai sostenitori di Nello Musumeci. “La legge è chiara – dice il consigliere Giovanni Panebianco – la mozione va discussa e votata nei trenta giorni successivi alla presentazione. Superato quel termine, tutto decade”. Così, il capigruppo di DiventeràBellissima Vincenzo Cascino, che a sua volta ha firmato la mozione di sfiducia unitaria, non sembra intenzionato ad accettare eventuali ripensamenti.

Casano lancia l’appello per la città. “E’ un tema molto importante, bisogna discutere con attenzione”, così dice il capogruppo di Articolo 1 Carmelo Casano, tra i firmatari della richiesta di convocazione della capigruppo. “Non si possono accettare valutazioni superficiali – spiega ancora – la città ha bisogno di uno slancio. C’è tanta gente che non riesce quasi a sopravvivere. Non vorrei che si pensasse solo alla campagna elettorale, trascurando questioni cruciali per la città. Vorrei capire, intanto, che fine abbia fatto il programma che ho chiesto al sindaco. E’ passato oltre un anno e niente è cambiato. Io sarò coerente. Ho firmato la sfiducia e mi comporterò di conseguenza. Senza un programma, non ci sono proposte che tengano”.

I dem decideranno… Anche i dem, che da soli contano sei voti in aula, devono decidere cosa vorranno fare da grandi. “La sfiducia? Decideremo in base a quello che emergerà dalla conferenza dei capigruppo – spiega il segretario cittadino Peppe Di Cristina – sicuramente, convocherò una direzione”.  

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