Guardianie e servizi di vigilanza imposti dagli stiddari, due condanne impugnate in appello

 
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Gela. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta, nel giugno di un anno fa, li ha condannati dopo il loro coinvolgimento in un’inchiesta su presunte imposizioni estorsive organizzate in città dal gruppo degli stiddari. Dieci mesi di reclusione al trentanovenne Giuseppe Antonuccio e otto mesi al quarantacinquenne Rosario Gueli (verdetti emessi in continuazione con precedenti sentenze). I due imputati hanno deciso di impugnare le decisioni davanti ai giudici nisseni della Corte d’appello. La vicenda ritornerà in aula a dicembre. Sono stati i loro legali di fiducia, gli avvocati Boris Pastorello e Dino Milazzo, a rivolgersi ai magistrati di secondo grado. Antonuccio e Gueli vennero coinvolti in una più vasta operazione. Per i pm della Dda di Caltanissetta gli stiddari avrebbero imposto anche guardianie e servizi di sicurezza in alcuni locali della città.

Altri coinvolti sono invece a processo davanti ai giudici del collegio penale del tribunale di Gela. Si tratta di Francesco Carfì, Carmelo Di Dio, Vincenzo Di Giacomo, Emanuele Emmanuello, Gioacchino Lignano, Alessandro Scudera e Simone Nicastro. Antonuccio e Gueli hanno optato per il rito abbreviato e adesso le loro posizioni verranno valutate in appello. Parte civile è l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Panebianco.

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