Gulizzi sfida Forza Italia: “Mi attaccano personalmente ma la politica non è un talk show”

 
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Scambio epistolare al vetriolo tra Forza Italia e Partito Democratico. Gli azzurri hanno pesantemente apostrofato Giacomo Gulizzi, che aveva tacciato di scarsa coerenza il suo leader Pino Federico. Gulizzi, si è sentito offeso sul piano personale e non politico ed ha affidato ad una lunga lettera la sua risposta che – ci auguriamo – possa chiudere qui la vicenda.

“L’onorevole Federico mi ha fatto balzare giù dalla sedia leggendo la sua accorata risposta. Pensando all’oggetto della questione da me sollevata e leggendo la sua risposta non capivo più se mi trovavo dinnanzi ad una risposta da politico navigato o ad un talk show, teatro spesso di scene di bassa lega. Poi ho capito la motivazione di tale discrasia tra il mio dire e il suo rispondere, probabilmente voleva sfuggire, ma non c’è riuscito, dai fatti concreti da me sollevati e ha preferito ritornare ad attaccare la sua vecchia casa: il Pd, o nello specifico, la vecchia amministrazione, piuttosto che rispondere in modo puntuale. Un salto della quaglia quello dell’onorevole Federico che, passando dal centro sinistra al centro destra disconosce la sua vecchia appartenenza e la sua vecchia nave, quando insieme alla precedente amministrazione navigava: uno Schettino insomma che abbandona la nave per trovare salvezza o, nel caso di specie, un posizionamento personale di tutto rispetto. Nessuno ha scordato che l’onorevole è stato protagonista indiscusso per 5 anni proprio con la vecchia amministrazione avendo assessori di peso che altro non erano che la sua espressione massima”.

“Credo che questa sia l’unica motivazione per cui l’onorevole abbia trasformato un attacco politico in talk show del trush scomodando addirittura la mia mancata vittoria alle precedenti elezioni come se, per far politica, o ancor di più, per parlare, si debba necessariamente sedere in qualche comoda poltrona  o come se, la capacità di analisi che a tutti sono noti, debba scomparire quando non si è più consiglieri, se ne faccia una ragione l’onorevole perché le menti restano in funzione anche senza poltrona.  I miei 465 voti di cui tra l’altro vado orgoglioso e sono grato – sarei il primo della sua lista- sono voti ottenuti dai pochi parenti e dai tantissimo amici che avevo deciso di dare una seconda possibilità a chi era riuscito a fare introitare milioni di euro al comune di Gela pur non avendo mai lo stesso amico e parente, ricoperto incarichi di prestigio ma piuttosto, tenendo fede alla fiducia riposta, e avendo inoltre scambiato con loro solo strette di mano e figurine panini in tenera età

Una fiera del trush, un talk show, io faccio parte della vecchia scuola , quella che ancora crede che la classe, lo stile, sia la migliore risposta da dare ai propri detrattori”. 

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