Ha perso l’uso di una gamba, operaio risarcito dopo 22 anni: “Diagnosi sbagliata al Vittorio Emanuele”

 
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Gela. Un risarcimento riconosciutogli dopo ventiduenne anni e con una gamba quasi del tutto compromessa. Un caso di malasanità adesso accertato dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, ai quali si è rivolto il legale di un operaio, l’avvocato Riccardo Lana. Le peripezie sanitarie dell’uomo iniziarono addirittura nel 1996. Dolori proprio ad una gamba e a un testicolo, l’arrivo all’ospedale “Vittorio Emanuele” e una serie di diagnosi rivelatesi sbagliate. I medici del nosocomio di Caposoprano non si accorsero subito che l’operaio era stato colpito da una trombosi all’arto. I ritardi nella diagnosi si rivelarono decisivi. Venne trasferito in un centro specializzato in provincia di Ragusa, ma fu tutto inutile. Oggi, si trova a convivere con una gamba che ha costantemente bisogno di supporti. Conseguenze molto pesanti che gli impediscono di svolgere la propria attività lavorativa.

In primo grado, dopo ben due consulenze tecniche, i giudici civili del tribunale di Gela respinsero le richieste dell’operaio, che intanto aveva citato l’azienda sanitaria per ottenere un risarcimento. Il verdetto sfavorevole è stato impugnato dal legale, che in appello è riuscito ad ottenere una nuova consulenza tecnica. Questa volta, l’esperto nominato dai giudici nisseni ha accertato che le diagnosi dei medici del Vittorio Emanuele furono errate e che adottando i parametri ordinari avrebbero potuto accorgersi da subito della tromboflebite che era in atto. “Il mancato riconoscimento della sintomatologia e l’omesso immediato accertamento strumentale – scrive in sentenza il giudice d’appello – denotano una condotta colposa dei sanitari dell’ospedale di Gela; che tale condotta è in rapporto di causalità con il danno, e cioè con la tromboflebite”. Oltre a riconoscere l’errore medico, i giudici d’appello hanno dato il via libera ad un risarcimento da quasi settantamila euro, accogliendo la ricostruzione condotta dall’avvocato Lana, che ha presentato una lunga serie di atti e documentazione medica a supporto. Quanto accaduto all’operaio fu un caso di malasanità.

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