Ha tagliato la raffinazione a Gela ma investe negli Emirati Arabi, Arancio: “Regione indaghi su scelte Eni”

 
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Una protesta successiva al protocollo d'intesa di quattro anni fa

Gela. Blocca la raffinazione classica in Italia, compresa la fabbrica di contrada Piana del Signore, ma investe nello stesso settore acquisendo uno degli asset principali della compagnia emiratina Adnoc, la capostipite degli affari estrattivi ad Abu Dhabi e nel resto degli Emirati Arabi Uniti. “Il governo regionale indaghi sugli eventuali progetti di delocalizzazione di Eni”, lo chiede il deputato regionale Giuseppe Arancio, dopo l’ultima manovra acquisitiva ufficializzata dalla multinazionale, che si è presa il venti per cento della Adnoc Refining. “L’accordo tra Eni e Adnoc, compagnia petrolifera degli Emirati Arabi Uniti, definito di alto valore strategico dal governo nazionale – dice Arancio – sembra essere l’ennesimo progetto di delocalizzazione messo in atto a discapito del comprensorio di Gela, già devastato sia dal punto di vista ambientale che economico-sociale”. La chiusura del ciclo di raffinazione degli idrocarburi nel sito locale adesso stride con quanto appena concluso dal cane a sei zampe.

“Le politiche di espansione di Eni, che solo pochi anni fa dichiarava la necessità di chiudere le raffinerie di Porto Marghera, Taranto, Gela e potenzialmente la vendita di Livorno a causa di un dimezzamento della capacità di raffinazione conseguenza di un calo stabile ed irreversibile del mercato – spiega ancora – sembrano contraddire la scelta dell’accordo con la compagnia araba che, a quattro anni di distanza, invece incrementa la produzione giustificandola con un aumento della richiesta. Sarebbe opportuno chiedere al governo nazionale chiarimenti in ordine alle politiche strategiche di Eni, soprattutto in relazione alla chiusura di siti industriali e alla compressione di mercati che poi sono alimentati con investimenti analoghi ma in altre aree geografiche specificando se i mercati che si vogliono rifornire con l’operazione siano quelli di Europa, Africa ed Asia. In questo caso appare ancora più incomprensibile la chiusura del polo industriale di Gela per la sua posizione strategica”. Una sorta di beffa che adesso viene quasi confermata dal deputato dem, nonostante la firma che nel 2014 venne apposta al protocollo d’intesa dagli esponenti del suo stesso partito.

5 Commenti

  1. E no caro Arancio. Il rapporto è di 1:1000000 tra ciò che si estrae qui è ciò che si estrae negli Emirati, Iraq ecc e siccome l’Eni non è una società no profit o votata al volontariato va lì dove guadagna non dove estrae acqua e il territorio è da sempre ostile. Quindi, se vi mettete nei panni di una grossissima azienda quale è ENI fareste la stessa cosa. Saluti da un ormai per fortuna pensionato.

  2. Sinceramente non capisco cosa voglia dire il dott. Arancio. Forse vorrebbe determinare la linea degli investimenti di ENI ? La prego abbia un po’ di rispetto della nostra modesta intelligenza e cerchi, se vuole , di essere propositivo con iniziative serie per il territorio. Lei è una persona intelligente ci risparmi queste nauseabonde pantomime. Grazie buona giornata.

  3. La campagna elettorale va fatta cercando idee e non continuando a sparare sul morto. Lei in prima fila coi suoi … “fedelissimi” protestava contro la raffinazione a Gela fregandosene altamente che chi ci rimetteva erano le famiglie dei lavoratori e quindi la stessa città. Oggi vorrebbe portare di nuovo la raffineria a Gela? Ci faccia capire meglio, sii più chiaro. E le morti che lei con tanto affanno attribuiva alla raffineria dove sono andate a finire? MA MI FACCIA IL PIACERE …….. come diceva il grande Totò. Hanno ragione Fabio 1010 e Jako, l’ENI non è la mangiatoia di Gela, il garante degli sbagli della politica che la vede protagonista da diversi anni, l’ENI è una società che investe e pretende guadagni e, se non è andata via prima, le dovete dire GRAZIE 1000 e una volta. Un consiglio: inizi a pensare quale alternativa alla raffineria troverà il comune e quindi la politica a valle dell’accordo del 2014. L’ENI ha rispettato i patti, sta facendo partire la GREEN, e voi, cosa pensate di fare per le migliaia di persone che sono a “SPASSO”?

  4. Tutto e il contrario di tutto.Prima ci si lamenta perché la raffinazione ha portato sofferenze e malattie nella popolazione, poi ci si lamenta per investimenti all’estero. Povera Eni non ne indovina una! Meno male che abbiamo gente in gamba in politica che si accorge subito di queste malefatte, prende in mano la situazione e la risolve.

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