Hanno protestato per difendere il lavoro, saranno pagati? I sindacati dal prefetto

 
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Gela. Hanno scioperato per quasi un mese, senza possibilità di lavorare e ottenere il salario mensile. Nella vertenza Eni, adesso, si innesta un altro momento, quello dell’eventuale copertura retributiva in favore degli operai rimasti in presidio davanti gli accessi della fabbrica di contrada Piana del Signore senza svolgere servizio.

Hanno diritto alla paga? Molte aziende dell’indotto hanno già comunicato che il mese di sciopero difficilmente potrà essere retribuito. Per questa ragione, i segretari generali provinciali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro, hanno incontrato il prefetto Carmine Valente. Stando ai sindacalisti, i lavoratori non hanno prestato servizio allo scopo di difendere un diritto a rischio, quello all’occupazione.
Così, dovrebbero essere tutelati tramite una forma di cassa integrazione in deroga. Il prefetto ha scelto di convocare sia i funzionari dell’ufficio provinciale del lavoro che quelli dell’Inps locale per cercare di trovare una soluzione tra le parti e rendere meno gravosa la protesta condotta dagli operai, soprattutto da quelli dell’indotto, già in forti difficoltà economiche.

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