Hashish e armi nell’abitazione di famiglia, i pm insistono: chiesta una misura per Licata

 
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Gela. Custodia cautelare in carcere per il ventottenne Giovanni Licata. La richiesta arriva dai magistrati della procura che hanno impugnato il provvedimento emesso dal gip del tribunale. Il giudice, dopo il fermo del giovane, non ha convalidato l’arresto, rimettendolo in libertà. I carabinieri, nell’appartamento di famiglia, ad inizio febbraio hanno trovato hashish e due armi, compresa una semiautomatica 7,65. Licata e il fratello Ruben sono stati arrestati. Davanti al gip, però, proprio Ruben Licata si è addossato la responsabilità, sostenendo che le armi e la droga fossero nella sua disponibilità. Il fratello non avrebbe saputo nulla. I magistrati della procura, però, non credono a questa versione e si sono rivolti al riesame. La difesa di Giovanni Licata, sostenuta dall’avvocato Davide Limoncello, contesta la mossa dei pm.

Droga e armi. Il difensore fa leva soprattutto sulle dichiarazioni rese dal fratello, che ha del tutto escluso un coinvolgimento del ventottenne. Ruben Licata, dopo l’arresto, è detenuto. Inoltre, almeno secondo la difesa, droga e armi erano nascoste in un’area verde, non utilizzata dal ventottenne.

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