“Ho perso il lavoro e ho deciso di spacciare”, Raniolo davanti al giudice: lui e la moglie in libertà

 
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Gela. Si sarebbe procurato la cocaina per rivenderla, cercando di ottenere denaro con l’obiettivo di andare avanti dopo aver perso il posto di lavoro. La moglie contraria allo spaccio. Così, il trentaduenne Nunzio Raniolo si è giustificato davanti al giudice Paolo Fiore che lo ha sentito nel corso dell’interrogatorio di garanzia successivo al suo arresto. Gli agenti di polizia, negli scorsi giorni, lo hanno fermato insieme alla giovane moglie: anche la donna è stata arrestata. Il magistrato ha deciso per la revoca degli arresti domiciliari ma entrambi avranno l’obbligo di firma. La moglie, a sua volta sentita, ha ribadito di essersi sempre opposta all’attività di spaccio del marito che, comunque, sarebbe iniziata solo poche settimane fa. Avrebbe minacciato anche di lasciarlo se avesse proseguito. Ha solo ammesso di aver tentato di nascondere la cocaina quando capì che la polizia stava per arrivare nel loro appartamento. Alla fine, sono stati sequestrati circa diciassette grammi di cocaina e un bilancino di precisione.

Solo mille euro arrivati dalla vendita della cocaina. Il loro legale di fiducia, l’avvocato Davide Limoncello, ha chiesto al giudice Fiore la revoca dei domiciliari facendo leva non solo sul loro comportamento comunque collaborativo ma anche sulla tenuità del fatto. Una richiesta accolta mentre il pubblico ministero Antonio D’Antona, presente in aula, ha indicato la conferma dei domiciliari. Lo stesso Raniolo, alla fine, ha precisato che dei duemila euro sequestrati nel suo appartamento solo mille erano stati ottenuti dallo spaccio di droga.

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