“Hybris”, Domicoli, Ratto e Curvà non parlano: Sanfilippo, Pasqualino e Cavallo si difendono

 
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Gela. Nella maxi indagine della Dda di Palermo, che in settimana ha fatto scattare oltre venti arresti, soprattutto tra Licata e Gela, sono diversi i coinvolti. La base logistica per la droga e la gestione di un certo controllo sul territorio pare fosse il quartiere “Bronx” di Licata. L’affare degli stupefacenti, secondo gli inquirenti, avrebbe consentito di strutturare rapporti anche con i gelesi. Questa mattina, quelli destinatari di misure cautelari si sono presentati davanti al gip palermitano. Giuseppe Domicoli (difeso dal legale Davide Limoncello), già coinvolto in altre retate antidroga, Nunzio Ratto (con il legale Giuseppe Smecca) e Orazio Luciano Curvà (difeso dal legale Giada Scerra), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Ha invece rilasciato dichiarazioni spontanee il quarantaseienne Giuseppe Sanfilippo, che nel recente passato era già stato arrestato dai poliziotti della mobile di Agrigento. Lo fermarono sulla Gela-Licata mentre a bordo di un’auto trasportava cocaina. Il gelese, difeso dal legale Davide Limocello, ha spiegato di essere solo un consumatore di sostanze stupefacenti e di aver preso contatti per l’acquisto a scopo personale. Ha escluso di essere attivo nel traffico.

Ha respinto le contestazioni il trentunenne Giuseppe Pasqualino. Difeso dagli avvocati Flavio Sinatra e Danilo Tipo, ha spiegato di essere del tutto estraneo ai fatti. Indicazioni analoghe, con le accuse che sono state respinte, le ha fornite un altro indagato, Paolo Cavallo. Rappresentato dal legale Dario Romano, ha voluto sottolineare di non aver mai avuto contatti per la droga e di essere lontano da quello che è invece indicato nelle accuse dei magistrati palermitani. E’ probabile che tutti i coinvolti proporranno riesame.

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