I 10 milioni chiesti da Tekra? Consiglieri, “no grazie…”, scontro Siciliano-Farruggia

 
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Gela. A dicembre, la sfiducia alla giunta non è passata, anzi in consiglio comunale la mozione non è stata neanche discussa nel merito. A distanza di poco meno di due mesi, c’è un abisso tra consiglio comunale e amministrazione, almeno quando spunta sulla scena lo “spauracchio” dei rifiuti. Anche questa mattina, i capigruppo, riuniti dal presidente dell’assise civica Alessandra Ascia, hanno preso le dovute distanze dall’amministrazione comunale. Insomma, le richieste formalizzate dagli imprenditori campani della Tekra, l’azienda che gestisce in proroga il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, non sono affari che possano riguardare il consiglio, almeno allo stato attuale. I vertici dell’azienda reclamano un credito da dieci milioni di euro e hanno scritto al sindaco e alla prefettura di Caltanissetta. La questione è arrivata in conferenza dei capigruppo. I consiglieri, praticamente all’unanimità, hanno ribadito un concetto piuttosto semplice, “nessuno ci ha coinvolti e la Tekra ha scritto al sindaco e al prefetto, senza alcun riferimento al consiglio comunale”. Quindi, se la sbrigassero Messinese e i suoi. “Al momento – dice il presidente Alessandra Ascia – ho deciso di non convocare una seduta apposita. Siamo venuti a conoscenza di questa missiva solo per vie traverse e senza che l’amministrazione comunale ci abbia informati. E’ una questione che rientra nelle scelte gestionali della giunta”. Le spalle alla giunta le hanno girate tutti i consiglieri convocati. “Mi sembra un’assurdità – dice il capogruppo di Articolo 1 Carmelo Casano – il consiglio comunale non prende posizioni su un’azienda piuttosto che su un’altra o sulle richieste di pagamento. L’amministrazione comunale non ci ha coinvolti, anche perché i manager Tekra si sono rivolti solo al sindaco e al prefetto di Caltanissetta. Fino a quando non ci saranno atti concreti in consiglio, l’assise non potrà assumere decisioni in merito”.

No “unanime”. Alla capigruppo era stato invitato il sindaco Domenico Messinese che, però, non si è visto. Una riunione convocata dal presidente Ascia, su sollecitazione dei sindacati che hanno lanciato l’allarme rispetto a possibili licenziamenti decisi dai responsabili di Tekra. “Non capisco cosa dovremmo valutare – dice il dem Salvatore Gallo – da settimane, la giunta non produce atti e, così, non si tengono neanche riunioni di consiglio comunale. Peraltro, parliamo della stessa giunta e dello stesso sindaco che addossano al consiglio comunale la responsabilità del credito vantato da Tekra, accusandoci di non aver approvato l’aumento delle tariffe Tari. Sui rifiuti, purtroppo, questa giunta ha fallito platealmente e addebita al consiglio comunale la responsabilità di scelte gestionali che spettano solo al sindaco e ai suoi assessori. Più volte, abbiamo denunciato il fatto che sul servizio rifiuti si continuino a produrre oltre due milioni di euro di debiti all’anno”. Il dissenso verso la giunta Messinese arriva anche dal capogruppo di DiventeràBellissima Vincenzo Cascino. “Non capisco perché il consiglio debba essere spinto ad intervenire su una vicenda che riguarda solo i rapporti tra un’azienda privata e l’amministrazione comunale – spiega – anche la missiva di Tekra è stata indirizzata solo al prefetto e all’amministrazione comunale”.

Lo scontro in commissione. Ieri, invece, il vicesindaco Simone Siciliano e il presidente della commissione comunale ambiente e sanità Virginia Farruggia non se le sono risparmiate. Durante l’audizione del numero due della giunta, chiesta proprio dai componenti della commissione, c’è stato un durissimo confronto tra l’assessore e la grillina. Anche in questo caso, il fuoco è divampato con i rifiuti. Il vicesindaco ha sostenuto che il debito da dieci milioni di euro (i soldi che mancherebbero nelle casse di Tekra) non arriverà in consiglio comunale, lasciando trasparire l’ipotesi di un’eventuale transazione con il gruppo campano, che si andrebbe ad aggiungere all’accordo già raggiunto con l’Ato Cl2 in liquidazione, necessario a “spalmare” un altro maxi debito, da circa quindici milioni di euro, accollandosi la gestione della fase post mortem delle vasche sature a Timpazzo. Debito che, in questo caso, Messinese e i suoi hanno già trovato sul loro tavolo, appena insediatisi. “Il vicesindaco pretende di non coinvolgere il consiglio comunale rispetto a decisioni che riguardano i soldi dei cittadini – spiega Farruggia – se il debito da dieci milioni di euro non arriverà in consiglio comunale, significa che la giunta avrà raggiunto un’intesa con l’azienda, magari per spalmare il debito nell’arco dei prossimi anni. Così, però, continuiamo ad indebitare la città, quando sarebbe stato più semplice spingere, da subito, per la gara ponte, adesso autorizzata dalla Srr4”. A dicembre, la sfiducia non è passata, ma sui rifiuti la giunta rischia nuovamente di andare in apnea.

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