I beni confiscati ai clan, arrivano le linee guida: gestione per almeno tre anni e controlli periodici

 
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Gela. Una commissione, composta da tecnici, consiglieri comunali ma anche associati all’antiracket, valuterà i progetti destinati alla riconversione dei beni confiscati ai clan locali e finiti nella proprietà del Comune.

Almeno tre anni di gestione. E’ questa la linea che emerge dall’attività avviata dai componenti della commissione affari generali, presieduta da Giuseppe Guastella, in questi giorni impegnati nella definizione di una serie di norme in materia. Un vero e proprio regolamento da confrontare con quanto già prodotto dall’amministrazione comunale. Adesso, c’è l’avallo anche del direttivo dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, presieduto da Renzo Caponetti. Il faccia a faccia tra consiglieri comunali, l’assessore Francesco Salinitro e l’antiracket si è tenuto nelle scorse ore a Palazzo di Città. Sono ventuno i cespiti passati dal controllo degli esponenti di stidda e cosa nostra a quello dell’ente comunale. Beni, sia edifici che terreni, da destinare ad una riconversione che possa generare nuova economia. Si parte da un minimo di tre anni di gestione, da affidare ad associazioni senza fini di lucro. Periodo che, eventualmente, potrà essere prorogato. Chi avrà la possibilità di gestire i beni dovrà comunque relazionare periodicamente rispetto alle attività svolte. Atti che verranno valutati dalla commissione e trasmessi anche ai funzionari della prefettura di Caltanissetta. Il presidente della commissione Guastella e gli altri componenti Giovanni Panebianco, Carmelo Casano, Francesca Caruso e Sara Cavallo hanno voluto dare una regolamentazione ad una materia, in realtà, da diversi anni lasciata all’improvvisazione burocratica. Il nodo principale da scogliere, comunque, rimane sempre quello delle quote di proprietà sui singoli beni. Spesso, solo una parte degli immobili è riconducibile agli esponenti dei clan mentre le altre sono escluse dalla procedura di confisca. L’intero materiale, in ogni caso, dovrà passare dal giudizio dell’intero consiglio comunale.

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