I cantieri all’ex Isaf, Emilio Giudice: “Bonifica? E’ un falso…quell’area ormai è morta”

 
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Gela. “L’area ex Isaf non potrà mai essere bonificata. Al massimo, i cantieri serviranno a metterla in sicurezza.

Una cosa è certa, è stato consentito ad Eni di far morire una vasta area che non potrà mai più essere utilizzata”.

“Scelte in contrasto con i protocolli europei”. Emilio Giudice, tra i responsabili locali della Riserva Biviere e della Lipu, esclude che i lavori appena inaugurati da Eni possano essere ricondotti tra le attività di bonifica. “Chi parla di bonifica – continua – sa di mentire. In quell’area, sono state realizzate attività che l’hanno definitivamente compromessa. Chi ha governato la città in passato ma anche chi lo sta facendo adesso, ha ratificato la morte di un’area, senza peraltro richiedere alcuna compensazione. Invece, proprio quelle ambientali e di risanamento di un territorio martoriato dovrebbero essere le vere compensazioni. Invece, si preferisce far passare per compensazioni interventi che servono solo e soltanto ad Eni, ad iniziare dal porto rifugio”. Per Giudice, che da anni segue l’intero iter dei processi di bonifica, quanto sta accadendo è in contrato con il contenuto di protocolli molto importanti. “Questi interventi – continua – non si sposano affatto con quanto previsto da Rete Natura 2000, anche a livello europeo. Ci sono le biodiversità da tutelare e non gli interessi di Eni e di chi sta intorno all’azienda. In tutto questo, la città continua a perdere il treno del rilancio turistico, assumendo sempre più le fattezze di una città post bellica”.

I numeri di Eni.
Per i manager della multinazionale, come ribadito nel corso della cerimonia di “varo”,“tutte le attività di bonifica autorizzate sul territorio di Gela per Syndial, Isaf, Rage ed Enimed sono concluse o in corso di realizzazione. Sino ad oggi sono stati avviati trentadue cantieri di cui quattordici completati, per un impegno economico di circa settantasei milioni di euro. Tali operazioni, per le quali sono state utilizzate le migliori tecnologie disponibili, hanno visto nell’anno in corso mediamente l’impiego di circa duecentoventi risorse dell’indotto locale. 

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