I cedimenti della rotatoria sulla Gela-Manfria, un imprenditore e un tecnico a giudizio: “Non è mai stata collaudata”

 
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Gela. Una presunta truffa dietro ai lavori di realizzazione della rotatoria stradale che collega la zona residenziale della Cittadella alla statale 115 Gela-Licata. La rotatoria stradale. Le accuse dei magistrati della procura vengono mosse all’imprenditore Vincenzo Romano, titolare dell’azienda che si occupò dei lavori di realizzazione, e al tecnico comunale Luigi Buttiglieri. In base a quanto accertato dai magistrati della procura, sarebbero stati utilizzati materiali difformi rispetto a quanto indicato nei progetti. Davanti al giudice Lirio Conti, è stato sentito uno dei carabinieri chiamati ad intervenire dopo le prime segnalazioni legate al cedimento dell’asfalto. “Abbiamo effettuato i primi sopralluoghi – ha spiegato – e, successivamente, siamo stati autorizzati al sequestro di atti. Sul posto, abbiamo riscontrato un evidente abbassamento del manto stradale”. In aula, a rispondere alle domande del pubblico ministero Pamela Cellura e dei difensori Antonio Gagliano e Giuseppe Condorelli, c’era proprio uno degli imputati, ovvero il tecnico comunale Luigi Buttiglieri. “Quando ci siamo accorti dei primi problemi di tenuta del manto stradale – ha spiegato – ho subito disposto un intervento migliorativo all’azienda incaricata. I materiali utilizzati erano di qualità superiore anche rispetto a quelli precedenti. Il vero problema non era la falda sottostante ma il fatto che si fosse depositato un quantitativo non previsto di acque meteoriche, dovute alle abbondanti piogge, che aveva intriso lo strato bituminoso”. Il tecnico, inoltre, ha descritto ulteriori particolari. “L’opera – ha detto rispondendo alle domande del pm e dei difensori – non è mai stata collaudata e l’azienda non ha mai ricevuto il saldo definitivo per gli interventi effettuati. Purtroppo, il budget a disposizione era molto limitato e, allo stesso tempo, c’era l’esigenza di realizzare la rotatoria su un incrocio già esistente perché lo chiedevano tanti residenti della zona, soprattutto sul fronte della sicurezza stradale”. In sostanza, senza collaudo definitivo, non fu neanche possibile individuare eventuali anomalie progettuali. I testimoni sentiti in aula hanno risposto anche alle domande del giudice Lirio Conti che ha cercato di fare chiarezza rispetto all’intera vicenda. Il Comune non è costituito parte civile nel dibattimento. Si tornerà in aula a marzo.

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