I complessi abitativi costruiti in città, un presunto ammanco di denaro tra cooperative: due a processo

 
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Gela. Una presunta appropriazione indebita dietro alla costruzione di diversi complessi residenziali, negli scorsi anni sorti in città. Il passaggio tra cooperative. A processo, davanti al giudice Ersilia Guzzetta, ci sono l’ex consigliere comunale Francesco Muncivì e Maddalena Muncivì. Le accuse mosse nei loro confronti dai magistrati della procura traggono spunto dalla denuncia di una delle socie delle cooperative formate proprio per la realizzazione delle abitazioni, successivamente assegnate. L’ammanco si aggirerebbe intorno ai ventimila euro e la donna ha scelto di costituirsi parte civile con l’avvocato Filippo Incarbone. Proprio il giudice Guzzetta, intanto, su eccezione sollevata dai difensori degli imputati, gli avvocati Antonio Gagliano e Giovanna Zappulla, valuterà la permanenza nel dibattimento proprio della parte civile che, intanto, ha parallelamente avviato un’azione per il recupero dei soldi mancanti. “Con il passaggio dalla cooperativa Halley a Casa Nostra – ha detto in aula la donna – sono stata costretta a ripagare praticamente altri ventimila euro. In caso contrario, avrei rischiato di essere estromessa. Alla fine, il progetto edilizio venne completato e sono riuscita ad avere l’immobile ma la prima tranche da ventimila euro versata non l’ho più riottenuta”. Una versione, comunque, contestata in aula dalle difese che, in realtà, hanno sottolineato come i due imputati non rivestissero, già da tempo, alcuna carica nelle cooperative al centro dell’intera vicenda. Proprio l’ex consigliere comunale Francesco Muncivì, negli scorsi anni, fu coinvolto nell’indagine “Casa Nostra”: è già stato condannato sia in primo che in secondo grado con le accuse di estorsione e concorso esterno in associazione mafiosa. Intanto, si tornerà in aula il prossimo marzo.

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