I dem gelesi appoggiano il “Pd dei territori”, Arancio nel gruppo “no correnti”

 
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I dem "dei territori" hanno scritto a Zingaretti

Palermo. Il passo l’hanno mosso all’indomani del commissariamento del partito sull’isola, dopo il taglio dell’ormai ex segretario regionale, il senatore renziano Davide Faraone. In casa dem, anche all’Ars, qualcosa si muove e il gruppo gelese non se l’è fatto scappare. A presentare il progetto politico di un “Pd dei territori”, che intanto esordirà all’Ars, c’era il deputato Giuseppe Arancio (in “platea” anche Lillo Speziale). Insieme agli altri parlamentari regionali del partito Nello Dipasquale, Michele Catanzaro e Baldo Gucciardi, sta tentando quasi di prendere in contropiede i big siciliani. In conferenza stampa, l’hanno voluto ribadire, “non sono una corrente” ma anzi vogliono superare le divisioni interne. Faraone e i suoi, a seguito del commissariamento, non hanno perso tempo nel “denunciare” che la loro testa politica l’hanno voluta quelli che sarebbero pronti a fare alleanze con il Movimento cinque stelle. La nuova guida nazionale, in mano al segretario Nicola Zingaretti, almeno all’esordio, ha tratteggiato i contorni di un nuovo Pd che stia soprattutto a sinistra, senza troppi tentennamenti. Arancio e gran parte della segretaria cittadina si sono schierati con Zingaretti, anche se il dialogo con Faraone era comunque stato avviato. I quattro parlamentari, nel documento ufficiale, parlano di “meno correnti e più azione politica” e confermano pieno appoggio al segretario.

Nella loro visione politica, il Pd dovrebbe essere “la casa di tutti, tanto dei progressisti quanto dei moderati, che condividono i principi di democraticità, di rispetto della diversità, delle minoranze, della libertà di stampa, della tutela dei più deboli”. Punti che, anche se non lo dicono espressamente, sono la porta in faccia chiusa a chi attualmente sostiene il governo nazionale a spinta leghista, con in testa i cinquestelle. Per ora, pensano principalmente a casa loro e non vorrebbero altre “scissioni”, più o meno conclamate.

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