I diplomi facili all’istituto “Michelangelo”, arrivano cinque condanne: “ritoccati” registri e atti ufficiali

 
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Gela. Diplomi facili all’istituto paritario “Michelangelo” e in altre scuole satellite. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Tiziana Landoni ed Ersilia Guzzetta, ha pronunciato condanne per un totale di oltre sedici anni di reclusione.

L’indagine “Atena”. Sono stati cinque gli imputati ritenuti responsabili di aver ritoccato i registri di classe e la documentazione che attestava la frequenza degli studenti. Quattro anni di reclusione ciascuno per Emanuele Cassarino ed Ernesto Calogero, tre anni e quattro mesi a Giovanni Rapidà, tre anni e tre mesi a Giuseppe Malfitano, due anni e tre mesi per Luigi Rizzari. Assolti, invece, Patrizia Calvo e Libero Lise. In sostanza, il collegio penale ha accolto per intero le richieste giunte dalla procura, rappresentata in aula dai sostituti Lara Seccacini e Monia Di Marco. Prescritte, invece, le altre contestazioni mosse agli imputati, tutti responsabili degli istituti paritari al centro dell’inchiesta “Atena”, condotta negli scorsi anni dai militari della guardia di finanza. Da quanto emerso durante la requisitoria del pm, sarebbe bastato pagare per ottenere il diploma. I difensori dei sette imputati, tra questi gli avvocati Antonio Gagliano, Giuseppe Nicosia e Angelo Armenio, nelle loro conclusioni hanno invece escluso l’esistenza di un sistema teso ad assicurare titoli scolastici facili. Inoltre, sono state  respinte le accuse di falsità. Nel dispositivo letto in aula, il presidente D’Amore ha anche imposto agli imputati condannati l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Le motivazioni del verdetto verranno pubblicate entro i prossimi quindici giorni. Le difese potrebbero scegliere di impugnare la decisione di primo grado appena pronunciata.

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