I disabili e le loro famiglie protestano in municipio, non c’è intesa sui soldi del trasporto

 
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Capici ha proposto ricorso ai giudici civili

Gela. I rappresentanti delle associazioni a supporto dei diversamente abili, come già annunciato, questa hanno occupato la stanza del sindaco. Una folta delegazione, con tanto di assistiti in carrozzina,  si è presentata davanti la stanza del primo cittadino, dopo un primo passaggio al settore Servizi sociali.  Li hanno “scortati” i familiari, che insieme a loro vivono il disagio del mancato trasporto, adesso previsto a pagamento.

Non c’è ancora l’intesa. L’amministrazione comunale vuole fare pagare una parte della retta agli assistiti. L’avvocato Paolo Capici, che da anni conduce una battaglia insieme a loro, ha duramente denunciato la violazione delle norme penali, adombrando il pericolo dell’interruzione di pubblico servizio. Per ora, non c’è una soluzione. Le associazioni chiedono una proroga, fino al prossimo 28 febbraio, di modo che gli assistiti possano usufruire del servizio di trasporto, senza compartecipazione alle spese. L’assessore Valeria Caci, ieri, ha visto i componenti della commissione comunale ambiente e sanità. Sta cercando di mediare, anche se la sua proposta di rivedere il sistema della compartecipazione sarebbe stata bocciata dal sindaco Domenico Messinese. Lo stesso assessore, insieme ai componenti della commissione ambiente e sanità, presieduta da Virginia Farruggia, sta cercando di accelerare i tempi per arrivare ad un tavolo tecnico di confronto. Nelle scorse ore, proprio Capici, responsabili legale dell’Associazione H, è stato molto duro. Si tratterebbe di un atto “destituito di ogni fondamento”. La prima delibera che introduceva l’obbligo di compartecipazione alle spese, lo scorso anno venne sostanzialmente congelata dallo stesso sindaco e dall’allora assessore Licia Abela. “Il primo cittadino – si legge in una comunicazione ufficiale dell’Associazione H – anziché porsi come umile e fedele servitore dello Stato, si presenta come un despota che non conosce e riconosce le leggi, calpesta i diritti dei cittadini e impedisce la piena partecipazione dei diversamente abili alla vita sociale”. Per i consiglieri della commissione, inoltre, rimangono irrisolte pure le questioni relative ai piani assistenziali individuali.

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