I dodici apostoli dell’hully gully

 
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“…E venne il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò”.

Se la questione della sfiducia al sindaco fosse una canzone, sarebbe certamente questa.

Se fosse un’immagine, invece, sarebbe di certo quella dei dodici Apostoli. Non nella classica accezione, ovvio, neanche in chiave moderna…non riesco a scorgerci nulla di moderno nell’hully gully, almeno io!

La chiave dell’immagine dei nostri dodici apostoli, quindi, è da ballo di gruppo.

Nei balli di gruppo, cosa accade? Partita la canzoncina, li vedi scattare tutti dalla sedia e pensano di conoscere a memoria i passi. I primi della fila, i saputelli del ballo di gruppo insomma, si lanciano in mosse tecniche manco fossero i finalisti di Milly Carlucci a “Ballando con le stelle”. I secondi della fila – di solito – rosicano un po’ perché “potevamo pensarci prima a correre e arrivare in prima fila, così i più bravi potevamo essere noi!”. Gli altri, scoordinati, con l’ancheggiamento alla Malgioglio, improvvisano e – quasi sempre – finiscono col ballare altro. Cioè, la musica è la stessa, sono i passi che cambiano.

Ok. L’immagine e la sua trasposizione in parole erano troppo lunghe. Andiamo al punto.

“…E venne il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò”.

Miei cari dodici apostoli dell’hully gully, ma non è che l’hully gully – semplicemente – non fa per voi e avete sbagliato balera?

No perché, alcuni di voi mi sembrano un tantino confusi. Per finta, ovvio! Vi voglio rassicurare, ma solo come posso…quindi, con poco! Non dovete decidere se lanciarvi nel vuoto in bungee jumping o no, eh! Perché, qualora il caso fosse questo, io potrei pure giustificare il dubbio che vi assale un attimo prima di lanciarvi e mi sentirei teneramente vicina a voi, immaginandovi a pensare “mi lancio o non mi lancio?”.

Cosi, però no! Posto che, rispetto al concetto del “vuoto” di cui sopra, si potrebbe ampiamente discettare ma mi riservo di farlo in avanti per la rubrica “Avevamo scherzato, ci abbiamo ripensato”.

Ci avete praticamente assediato, tenuto ostaggio della vostra millantata fermezza. Alcuni di voi, e non c’è bisogno che vi dica chi, SUVVIA, stavano quasi pensando di lanciare una linea di maglie con apposito hashtag “#sfiduciante”, che poi voleva dire “sfidante”, un po’ come ad “Amici di Maria de Filippi”. Una robetta quasi tenera.

Altri, e non c’è bisogno che vi dica chi, PERBACCO, ce li immaginavamo arroccati sopra la testa della “Femmina nura” a sbraitare (e il termine non lo uso per caso) sui motivi stessi della sfiducia.

Altri ancora, e non c’è bisogno che vi dica chi, PERDINDIRINDINA, ce li immaginavamo in linea quanto meno col proprio gruppo e immaginavamo che, senza colpo ferire, si sarebbero limitati a fare quello che, illo tempore, avevano detto, firmare la “tormentata” sfiducia.

Lo so che state cercando di immaginare di chi parlo e avete perso il filo.

…OIBO’, invece che fate?

Dai apostoli dell’hully gully! Quella penna doveva grondare sangue, doveva farlo subito! È il caso di chiedervelo, lo avevate detto voi oppure no?

Non per tendenza alla politica bellicosa sia chiaro, ma per tendenza al desiderio di voler essere credibili. Altra cosa di cui, per molti, si potrebbe ampiamente discutere.

Mi direte che poi, però, avete firmato, adesso siete dodici o undici, non si è capito, servono quasi delle formule matematiche. Praticamente il numero che avete giocato su tutte le ruote per mesi. Insomma, consiglieri tutti, ballerini tutti, illuminati e sempre in guerra con il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò, … ma alla fine, chi sfiducerà chi? Noi, voi? Voi, loro? Egli, esso? Io,voi? Voi,noi? Essi, voi?

….ma ci pensate che gran divertimento quando, tra poco, pochissimo, le maschere cadranno e sapremo chi è il gatto e chi il topo? Chi, voi?

Ps: ve lo dico, eh! Avrò il desiderio di fare come Maria de Filippi che lancia l’rvm per ricordarvi di quella volta che avevate detto di…

Perché è adesso, proprio adesso che inizia il bello. Per chi?

Per noi.

Per voi.

Per loro.

Per i dodici dell’hully gally e per chi, tra loro, dovrà trovare il modo di dire “scusate, non ero io, gli alieni mi hanno rapito e mi hanno rilasciato solo adesso e non ne sapevo nulla”.

Nella foto, l’opera “Mc Emmaus” di Giuseppe Veneziano

 

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