I familiari di Gloria Ascia ammessi come parte civile nel processo contro i medici del Tor Vergata

 
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Gela. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Roma ha accolto la costituzione di parte civile di sei familiari di Gloria Ascia, la piccola di due anni deceduta nel settembre 2013

per il mal posizionamento del catetere tra le stanze dell’ospedale Policlinico di Tor Vergata. Sono state rigettate, invece, le costituzioni di parte civile avanzate da due associazioni. Sono questi gli ultimi risvolti del caso di malasanità costato la vita alla piccola Gloria, che come aveva evidenziato Pantaleo Polifemo, pubblico ministero che ha coordinato le indagini sull’inchiesta avviata dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione (Nas), “quel giorno, tra la sala operatoria e il reparto di Ime, Istituto Mediterraneo di Ematologia, furono commessi errori e negligenze che sfociarono nella morte di Gloria Maria Ascia”. Dalle indagini è stato possibile ricostruire che i medici dopo l’intervento, durato 4 ore invece di trenta minuti, ignorarono la radiografia che evidenzia l’emorragia che non ha lasciato scampo alla sfortunata bimba. Pare che i medici fossero in pausa pranzo mentre Gloria Ascia moriva tra le braccia della mamma in una stanza di degenza. Sono sette i medici del Policlinico di Tor Vergata iscritti nel registro degli indagati per la prematura morte della piccola, affetta da anemia falciforme, che si era recata a Roma per sottoporsi ad un trapianto di midollo osseo, dopo avere trovato un donatore. 

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