I furti e i “cavalli di ritorno”, la presunta base a Scavone: chiuse le indagini

 
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Gli scooter venivano spesso nascosti in un garage a Scavone

Gela. Per i magistrati della procura e per i poliziotti del commissariato, che hanno seguito per mesi i componenti della presunta banda, un gruppo di giovanissimi avrebbe organizzato un vasto giro di “cavalli di ritorno”. Soldi per riavere scooter e moto, anche di grossa cilindrata, intanto rubati. I provvedimenti di custodia cautelare, lo scorso aprile, sono scattati per nove presunti componenti del gruppo. Adesso, i pm hanno chiuso le indagini e potrebbero chiedere il rinvio a giudizio per tutti i coinvolti. I poliziotti fermarono Gaetano Alferi, Nicola D’Amico, Pasquale Trubia, Giovanni Di Maggio, Ivan Iapichello, Emanuele Ferrigno, Salvatore Alma, Mirko Dammaggio e Salvatore Lignite. Tutti giovanissimi e tutti coinvolti nel giro ricostruito dagli investigatori. La presunta base logistica, dove i mezzi rubati venivano nascosti, sarebbe stata ricavata tra i viali delle palazzine popolari di Scavone.

I giovani ritenuti coinvolti nei cavalli di ritorno sono stati seguiti per mesi dagli agenti di polizia, che li hanno immortalati, tramite riprese video, anche quando entravano in azione. Chi pagava poteva ottenere la restituzione del mezzo. Ad alcuni indagati viene contestata la rapina ai danni di un giovane, al quale vennero sottratti almeno dieci biglietti del concerto catanese One Day. Secondo gli inquirenti, fu più volte colpito, anche con un casco. Gli indagati, durante gli interrogatori, hanno cercato di ridimensionare le accuse. L’avviso di chiusura indagini, nelle ultime ore, è stato notificato ai difensori. Tra i legali, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Carmelo Tuccio, Salvo Macrì, Raffaela Nastasi, Ernesto Brivido, Nicoletta Cauchi e Irene Di Dio.

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