I furti, l’oro rivenduto e le trasferte dei “Golden boys”, arrivano quattro condanne

 
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Gela. Vennero coinvolti nell’inchiesta “Golden Boys”, che fece emergere l’esistenza di un gruppo di giovanissimi, attivo nei furti e nei danneggiamenti in città. Arrivano quattro condanne, emesse dal collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Ersilia Guzzetta e Tiziana Landoni. Quattro anni e quattro mesi per Catalin Toma, tre anni e due mesi a Francesco Caci, due anni e due mesi a Roberto Asmetto e un anno e quattro mesi ad Eugenio Sollami. Nel corso della sua requisitoria, il pm Eugenia Belmonte è ritornata su alcuni punti, ritenuti decisivi nell’inchiesta. Il furto al negozio di abbigliamento “Pardo”, messo a segno in centro storico da Catalin Toma, ma anche il tentativo di entrare in un appartamento di viale Mediterraneo (nel quale fu coinvolto Roberto Asmetto) e ancora la “spaccata” in una rivendita di tabacchi a Pietraperzia, dove fece da palo Francesco Caci, e la ricettazione di un bracciale d’oro, rubato da altri coinvolti, e che sarebbe finito nel centro compro oro, allora gestito da Eugenio Sollami.

I furti e l’inchiesta “Golden Boys”. Alla fine, il collegio penale ha accolto le richieste di condanna, riconoscendo le attenuanti al solo Sollami. I difensori, gli avvocati Davide Limoncello, Stefania Valente, Giuseppe Smecca e Francesco Bellino, hanno nettamente respinto la ricostruzione d’accusa, mettendo in discussione l’effettivo coinvolgimento dei loro assistiti. Lo stesso titolare del centro compro oro ha escluso di aver mai ricevuto quel bracciale e il suo difensore, l’avvocato Valente, ha ribadito come dalle intercettazioni emergerebbe che gli indagati, responsabili del furto del prezioso, avrebbero addirittura deciso di evitare l’attività commerciale, temendo di ricevere un rifiuto dal titolare. Accuse respinte anche dai legali di tutti gli altri imputati, che hanno nuovamente contestato le conclusioni dell’accusa. Nell’inchiesta “Golden Boys”, vennero coinvolti altri presunti complici, che hanno già definito le loro posizioni.

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