I grillini scaricano il piano Eni, “è un Green bluff!”: parola d’ordine, bonifiche

 
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Gela. In piazza a manifestare c’erano tante anime, dal sindacato tradizionale alle associazioni, ognuna con propri punti di vista sulla vicenda Eni.

“Green bluff”. Una differenza che si è notata anche tra le fila del Movimento 5 Stelle. In corteo, c’erano i consiglieri comunali e gli ex assessori rimossi dal sindaco Domenico Messinese. Il messaggio che arriva dai grillini, oramai distanti anni luce dalle posizioni di Messinese e della sua giunta, è stato fin troppo chiaro: il progetto Eni non ha alcuna possibilità di concretizzarsi. “Green bluff” c’era scritto su un cartello esposto dall’ex assessore Pietro Lorefice mentre il consigliere Virginia Farruggia ne portava un altro con un chiaro messaggio, “la bellezza non è petrolio”. Insomma, il Movimento 5 Stelle, così come già indicato dai pezzi da novanta Di Battista e Di Maio arrivati negli scorsi giorni in città a sostegno della vertenza dell’indotto, non crede alla ripresa di una produzione legata al ciclo industriale di Eni, anche se green, né all’eventuale campagna di esplorazione e trivellazione in mare. “Anch’io andrò a Roma insieme agli altri consiglieri – spiega durante il corteo Virginia Farruggia – voglio far capire qual è la nostra posizione. A differenza di altri consiglieri, ho scelto di non indossare la fascia a lutto. L’unica via per questa città è la bonifica seguita da una riconversione sostenibile. Non crediamo che gli ammortizzatori sociali possano rappresentare un risultato apprezzabile”.

“Lavoro e infrastrutture”. Tutto questo, mentre Messinese e il suo vice Simone Siciliano sono impegnati in diversi tavoli di confronto, a partire dalle Regione per arrivare al Ministero dello sviluppo economico, tutti incentrati sull’avvio dei progetti indicati da Eni e messi nero su bianco nel protocollo del novembre di due anni fa. “Non vogliamo solo gli ammortizzatori sociali – ha detto durante il discorso finale lo stesso Messinese – vogliamo il lavoro e, soprattutto, vogliamo infrastrutture senza le quali non sarà mai possibile pensare allo sviluppo della città”. Se i grillini che hanno spinto per “divorziare” dalla giunta e dal sindaco mirano ad un modello basato su bonifiche e riconversione, allontanandosi drasticamente dai contenuti del protocollo di due anni fa e da quelli dell’accordo di programma varato dalla stessa giunta, Messinese e i suoi assessori vogliono mettere Eni davanti alle proprie responsabilità. Per la giunta, insomma, un modello di sviluppo incentrato su eventuali nuove infrastrutture, soprattutto marittime, e su un ciclo industriale che riparta anche dalla raffineria green di contrada Piana del Signore, sempre che arrivi a completamento, non è un’opzione da buttare.  

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