I guai della Tecnis, 100 operai gelesi in cassa integrazione: gli edili vogliono chiarezza

 
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Gela. La vertenza Eni continua a tenere banco ma, di certo, non è l’unica, soprattutto in una fase di forte crisi economica. Gli operai gelesi sparsi tra i cantieri italiani della Tecnis. A temere per il loro posto di lavoro ci sono anche circa cento operai, tutti gelesi, negli ultimi anni assunti dal gruppo Tecnis, una delle aziende più forti nel settore delle costruzioni, soprattutto in Italia. Dopo la recente inchiesta condotta sui presunti affari all’Anas e l’arresto dei vertici della società, con tanto d’interdittiva antimafia, per buona parte dei lavoratori del gruppo è scattata la cassa integrazione straordinaria. Un passaggio necessario per evitare conseguenze peggiori. Gli operai gelesi, negli ultimi mesi, hanno lavorato tra i cantieri più importanti di Tecnis, da Catania passando per l’anello ferroviario di Palermo e arrivando a Genova. Adesso, però, la situazione dei conti non fa stare tranquilli. Non a caso, nelle prossime ore, i sindacati e tutte le parti della trattativa si vedranno al Ministero dello sviluppo economico. “Per ora – dice il segretario provinciale della Filca Cisl Francesco Iudici – i lavoratori si trovano sotto regime di cassa integrazione straordinaria. Il sindacato incontrerà i funzionari del ministero per valutare i successivi passi”.

I contratti di solidarietà in raffineria. Il caso dei lavoratori della Tecnis è solo uno di quelli che si sono abbattuti sul settore dell’edilizia, soprattutto locale, che da anni segna il passo. “Non dimentichiamo – continua Iudici – che all’interno della raffineria Eni, i lavoratori edili continuano ad operare solo grazie ai contratti di solidarietà sottoscritti sia con Edilponti sia con Turco costruzioni. Accordi che ci permetteranno di andare avanti almeno fino al prossimo maggio ma, di certo, non si può vivere di contratti di solidarietà”.

La richiesta d’incontro con Messienese. Al di fuori della raffineria Eni, lo scenario appare decisamente a tinte fosche. “Non c’è praticamente nulla – conclude Iudici – si è progettato poco e le conseguenze le pagano i lavoratori, edili e non solo. Per questa ragione, insieme ai colleghi Francesco Cosca della Fillea e Dathan Di Dio della Feneal, abbiamo deciso di chiedere un incontro ufficiale al sindaco Domenico Messinese. C’è bisogno di concretizzare lavori dei quali, oramai, si parla da anni ma senza risultati, a partire dall’arcinota Gela-Siracusa”.

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