I lavori a Timpazzo sono fermi, i tecnici presentano il piano per le vasche: “Vogliamo evitare l’emergenza”

 
0

Gela. Senza un’accelerazione, soprattutto rispetto ai cantieri per l’ampliamento della discarica Timpazzo, si rischia seriamente di ripiombare nell’emergenza rifiuti in città. Il piano di chiusura. Per questa ragione, mentre a Palermo si cerca di sbloccare l’iter per l’ampliamento e la realizzazione del sistema di trattamento meccanico biologico, i tecnici dell’Ato Cl2 in liquidazione presenteranno a breve il piano di chiusura. Un passaggio previsto dalla normativa in materia e che potrebbe consentire di ottenere una modulazione dei profili, soprattutto rispetto alla portata delle due vasche attualmente in funzione. I tecnici dell’Ato, sotto il coordinamento del commissario liquidatore Giuseppe Panebianco, mirano ad abbancare i rifiuti in arrivo, sfruttando per intero la capacità delle due vasche. “Con il piano di chiusura – spiega l’ingegnere Sergio Montagnino – chiediamo una modulazione dei profili che può consentire di ottenere un aumento della capacità delle vasche in funzione. In questo modo, l’attività di conferimento dei rifiuti potrà andare avanti per almeno due anni. Senza questa modulazione, invece, rischieremmo di avere uno spazio di manovra non superiore ai due mesi”. Così, il futuro della discarica di Timpazzo, tra le poche ancora non sature in tutta l’isola, verrà delineato direttamente fra i tavoli palermitani.

Ridotta la percentale di rifiuti che finisce in discarica. A ridurre il peso dei rifiuti abbancati nelle vasche del sito ci pensano sia la raccolta differenziata che sta incidendo in maniera notevole ma anche l’assenza di un’emergenza generalizzata in Sicilia che, qualora si manifestasse, farebbe rientrare il sito di Timpazzo tra quelli ancora in grado di ricevere conferimenti da altre aree della regione, pesando e non poco sulla capacità delle vasche. “Allo stato attuale – conferma Montagnino – riceviamo 100 tonnellate al giorno di rifiuti. Fino a qualche mese fa, erano 140. Inoltre, il trattamento meccanico biologico andrà ulteriormente ad abbattere la percentuale di rifiuti destinata a finire in vasca”. Proprio le vasche attualmente in funzione si avviano all’esaurimento e, di conseguenza, sono già destinate alla copertura definitiva e ad un monitoraggio, dopo la “morte” tecnica, di almeno un trentennio. Tutto questo, in attesa che i lavori d’ampliamento partano, dopo essere stati appaltati. Una richiesta che continua ad essere sostenuta dal commissario Giuseppe Panebanco, impegnato nel tavolo tecnico avviato alla Regione. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here