I “padroncini” bruciavano rifiuti a Passo di Piazza: il filo rosso seguito dagli investigatori

 
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Gela. C’è un filo rosso continuo nell’inchiesta, decisamente ampia, che i pm della procura stanno portando avanti per bloccare il sistema dello smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Nelle scorse ore, altre otto misure sono state eseguite nei confronti di “padroncini” coinvolti nelle attività di smaltimento (sono quattordici gli indagati). Plastiche e rottami ferrosi venivano dati alle fiamme in un’area rurale di contrada Passo di Piazza, a poca distanza dalla zona tutelata della Riserva Biviere. Sono gli stessi terreni, già individuati un anno fa e che portarono all’arresto di due “padroncini”, Emanuele Fontana ed Emanuele Di Simone, titolari di una ditta del settore. Sono tra i coinvolti anche in questa ulteriore costola d’inchiesta. Nell’estate dello scorso anno, i provvedimenti furono eseguiti anche nei confronti di tre operai, che lavoravano per loro. I cinque si presenteranno dal gup, ad ottobre. Quell’area era già monitorata con molta attenzione dai poliziotti del commissariato.

La procura, con quest’ultima operazione, ha chiesto e ottenuto provvedimenti di sequestro anche per i mezzi dei “padroncini”. Pare che lo smaltimento irregolare fosse costante, con danni anche di tipo ambientale. Gli approfondimenti giornalistici di “Trincee” avevano condotto proprio alle aree poi finite all’attenzione degli inquirenti, che nelle scorse settimane hanno eseguito un’ulteriore attività investigativa, con indagati, mezzi messi sotto chiave e aree sequestrate dal Noe dei carabinieri. Il ciclo dello smaltimento illecito dei rifiuti pericolosi sembra passare soprattutto dai “padroncini” che si muovono tra le aree rurali della città.

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